Per il round di Austin le mescole da asciutto selezionate sono le stesse rispetto alle ultime due edizioni di questa gara, vale a dire la C2 Hard, la C3 Medium e la C4 Soft. Il COTA è un circuito veramente completo, anche perché nella sua progettazione, firmata dal tedesco Hermann Tilke, sono stati incorporati elementi ispirati da alcune delle piste più impegnative e affascinanti come Silverstone e Suzuka (sezione fra le curve 3 e 6), Hockenheim (una sorta di Motodrom fra la 12 e la 15) e Istanbul (fra la 16 e la 18 sembra quasi di essere tornati all’interminabile curva 8 dell’Otopark). La vera peculiarità di Austin è però la ripida salita che da poco oltre la griglia di partenza s’inerpica fino alla larghissima prima curva, che consente soprattutto al via, molteplici traiettorie e offre sempre grande spettacolo.
In termini di forze esercitate sui pneumatici, il COTA ripartisce il carico in maniera piuttosto equilibrata fra l’asse anteriore e il posteriore e lateralmente piuttosto che verticalmente. Di solito, il degrado è di natura termica ed è quindi anche correlato direttamente alla temperatura ambientale, che in Texas nel mese di ottobre può variare in maniera considerevole da un giorno all’altro. In termini di strategie bisognerà vedere se e come influirà il nuovo asfalto, tenendo presente che la Sprint del sabato costituirà un ottimo banco di prova. L’anno scorso proprio nella gara corta la Medium fu la mescola prescelta dalla maggioranza dei piloti ma ci fu anche chi azzardò la Soft, usata poi solamente nel finale del Gran Premio il giorno successivo allo scopo di ottenere il punto addizionale per il giro più veloce. Di norma, la doppia sosta si è sempre rivelata la strategia più veloce in questa gara, anche perché la sosta singola richiede tantissima gestione del degrado ad ovvio discapito della prestazione. Nel 2023 la mescola più utilizzata è stata la C3, più efficace rispetto alla C2: sarà interessante vedere se le modifiche all’asfalto potrebbero riportare la Hard più in gioco.
Quello di Austin è il secondo dei tre Gran Premi che si svolgono negli USA quest’anno, seguendo quello di Miami e precedendo quello di Las Vegas. La Formula 1 sembra finalmente avviata a fare breccia nell’interesse dei fan a stelle e strisce, anche se già nel 1983 ci furono tre gare (Long Beach, Detroit e Las Vegas). Del resto, gli USA sono il quarto Paese che, statisticamente, ha ospitato finora più prove (77, considerando anche le undici edizioni, dal 1950 al 1960, della 500 Miglia di Indianapolis valide per il campionato iridato Piloti) della massima competizione automobilistica, preceduti solamente da Gran Bretagna e Germania (79 ciascuno) e dall’Italia (107). In totale sono state undici le sedi delle gare: Austin (11 Gran Premi), Dallas (1), Detroit (7), Indianapolis (19), Las Vegas (3), Long Beach (8), Miami (3), Phoenix (3), Riverside (1), Sebring (1) e Watkins Glen (20). Curiosamente, i due piloti che hanno vinto più Gran Premi negli USA saranno ancora in pista questo fine settimana ad Austin: Lewis Hamilton e Max Verstappen guidano la classifica con sei successi ciascuno. Anche fra le squadre c’è un ex-aequo, con Ferrari e McLaren prime con 13 vittorie a testa. Sarà questa edizione del Gran Premio degli USA a sparigliare le carte?