In Ungheria Max Verstappen ha conquistato la nona gara della sua stagione, portando a 44 il numero dei suoi successi in F1. Si tratta della dodicesima vittoria consecutiva della Red Bull, nuovo primato assoluto. Nonostante la pole position mancata per tre millesimi, il campione in carica è riuscito a percorrere al comando ognuno dei 70 giri previsti per questa gara, essendo riuscito ad approfittare al via dello spunto poco felice del poleman Lewis Hamilton e ad avere poi ragione in un duello ravvicinato con la McLaren di Oscar Piastri. Da lì in avanti Verstappen ha dominato, chiudendo la gara con più di 30″ di vantaggio sul secondo classificato, Lando Norris, al suo secondo podio consecutivo. A completare il podio è stato Sergio Perez, autore di una bella rimonta dalla nona posizione sulla griglia di partenza.
Com’era ampiamente nelle previsioni, tutti i piloti hanno scelto di effettuare due soste. Sono state peraltro abbastanza diverse le combinazioni scelte. I primi due classificati, ad esempio, hanno optato per una sequenza Medium/Hard/Medium mentre Perez è partito con le Hard per poi proseguire con due set di Medium. Quattro piloti hanno scelto di montare al via le Soft: Sainz, Gasly, Stroll e Tsunoda. Chi ha sfruttato al meglio il maggior grip dato dalla C5 nei primi giri è stato lo spagnolo della Ferrari, che è riuscito a transitare in sesta posizione al termine del primo giro. Il giapponese dell’AlphaTauri ha usato tutte e tre le mescole disponibili mentre Alexander Albon con la Williams è stato il pilota che ha percorso più giri consecutivamente con le Hard (38). Sainz ha fatto lo stint più lungo con le Soft (15) mentre Ricciardo ha completato addirittura 40 tornate con lo stesso set di Medium. In termini di utilizzo, la mescola più usata è stata la C3 (770 giri, 61,5%), seguita dalla C4 (448, 35,78%) e dalla C5 (34, 2,72%).
Mario Isola, direttore motorsport: “Un weekend molto interessante, che ci ha permesso di sperimentare un nuovo formato di allocazione delle gomme e di mettere alla prova la scelta di portare un tris di mescole più morbide di uno step rispetto al passato. Per quanto riguarda l’ATA, innanzitutto va detto che il formato andrà rimesso alla prova su un circuito dalle caratteristiche completamente differenti come quello di Monza il prossimo settembre e che i dati andranno analizzati con grande attenzione. Per il resto, direi che i punti salienti emersi sono due: la qualifica è stata forse più incerta perché ha posto nuove sfide ai piloti – come il doversi adattare velocemente al cambio di mescole – e la disponibilità per la gara di due set per ciascuna mescola ha offerto maggiore flessibilità in termini di strategia.
Il fatto di aver assistito a una gara dove tutti hanno effettuato due soste in condizioni di temperature molto elevate (al via c’erano 53°C sull’asfalto) senza che ci siano stati problemi di degrado elevato è una conferma che il tris di mescole portato qui era quello giusto, tanto che pure la Soft è stata utilizzata al via da quattro piloti, un segno che non era poi così impossibile pensare di sfruttarla in gara. Adesso ci attende l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva su una delle piste più affascinanti del calendario come quella di Spa-Francorchamps, dalle caratteristiche totalmente diverse da quelle dell’Hungaroring, sia in termini di layout che di condizioni meteo. In Belgio ci sarà il terzo appuntamento stagionale con il formato Sprint, un motivo in più per avere uno spettacolo ancor più entusiasmante”.