Le coppe, e non solo, rotte sul podio di F1

Lando Norris come quei bambini che giocano a casa della nonna e rompono il vaso cinese tenuto sulla cassapanca con tanto amore da tanti anni. È successo sul podio del GP d’Ungheria. Le coppe, che qui non sono le solite ciofeche col logo dello sponsor ma porcellane locali dal valore di 40mila euro e 6 mesi di preparazione, sono molto fragili.

Quando Lando ha sbattuto la bottiglia di spumante sul gradino del podio per fare esplodere il tappo, ha rovesciato la coppa di Verstappen, che è andata in pezzi. L’episodio ha portato il team McLaren a scusarsi con la Red Bull e sicuramente ora ci vorrà tempo per rifare la coppa ed esporla nella bacheca del team taurino. Norris, poi, aveva già rovinato anche il trofeo di Silverstone a Max, quindi recidivo.

Ma non è la prima volta che una coppa va in pezzi durante una premiazione. Successe ad Alain Prost nel 1989 al GP di Francia che spezzò in due la coppa (simile a una insalatiera) con tanto di risata di sottofondo del pubblico. Sempre Prost nel 1989 in Italia diede la coppa al pubblico ferrarista festante sotto al podio che già lo osannava, visto che aveva annunciato il suo passaggio alla Ferrari. Coppa che si ruppe ovviamente. La cosa fece inca@@are e non poco Ron Dennis che per contratto requisiva ai piloti tutti i trofei originali per dare loro delle copie. Lo stesso Prost donerà anni dopo a Dennis una copia di quella coppa del GP d’Italia. Nigel Mansell in Brasile ebbe una brutta esperienza con il trofeo ricevuto, ferendosi la mano per una parte tagliente della base dello stesso. Ma niente mai supererà quanto successo ad Alan Jones in Austria nel 1977: alla consegna del trofeo non avevano l’inno australiano e gli misero la musica di buon compleanno. E dove sta la rottura, direte voi? Nel fatto che per Jones, sempre abbastanza fumantino, quella fu una bella rottura di scatole, per non dire altro.

Riccardo Turcato