Man mano che si avvicina il 25 aprile sale la carogna, Michele, anche quest’anno. come ogni anno da quel 2001. Nessun bisogno di correre a scrivere, perché mi conosci e non cambio: certe cose importanti le scrivo quando me la sento, soprattutto quando ho qualcosa da tirare fuori. Un po’ come una seduta dallo psicologo… Io aspetto sempre che il telefono squilli e, dopo qualche secondo di silenzio, di sentire la tua voce. Che cosa ti direi? Non ti chiederei niente di questi 22 anni, ma vorrei sapere cosa ne pensi di tutto il casino che sta percorrendo la nostra F1, trasformandola peggio di una conduttrice TV dopo una serie di interventi di chirurgia estetica non necessari. Quando una persona o uno sport sono belli e piacciono a che pro? Sai, dicono sia per lo show, una delle tante parole di cui i fighi si riempiono la bocca. Il che, tradotto, significa per far cassa, per aumentare gli introiti e spartirsi fette più grosse della torta. Ricordo sempre quello che mi raccontavi del dietro le quinte della F1, è tutto registrato, anche in ogni singolo neurone… Adesso, come sai, è tutto esasperato, col risultato che gli appassionati si stanno stancando.
Ma loro, i padroni della baracca, si ostinano a ripetere che gli affari vanno a gonfie vele, gli ascolti aumentano, tutti vogliono un GP e sono disposti a spendere qualunque cifra pur di averlo. Tra un po’ rischiamo che se la sciura Mariuccia fa il botto al Superenalotto e ha i soldi per organizzare un GP nel prato davanti a casa le fanno firmare il contratto al volo. Se poi la gara è in notturna con tutte le lucine, le ruote panoramiche, concerti, tiro a segno e partita a bocce meglio ancora! La gara? Marginale. Il contorno è diventato primo piatto e il primo piatto il contorno. Non conta più niente, la storia e soprattutto l’essere umano. Calendari che si allungano come chewing-gum, tanto chissenefrega di chi monta e smonta motorhome, box e sta lontano da casa mesi, con stipendi non commisurati all’impegno e che soprattutto non ripagano della lontananza dalle famiglie. Regole che uno si sveglia e si inventa una cosa che si prova subito al GP successivo. Gli orari? Non si capisce più niente… Il risultato? Noi diversamente giovani, come me e te, siamo inc@@@ati e sconcertati. E i giovani veri mettono like sui social ma mica stanno a casa a guardare libere, qualifiche e gare. Andare in circuito? Biglietti a prezzi folli, per portare la famiglia a un GP devi chiedere un prestito e di questi tempi la gente dà la priorità alle bollette del gas e della luce. Adesso siamo stati fermi per tre settimane, riempite di voci, gossip, foto sceme, politica. Sai quale è il punto? Che nessuno aspetta con ansia che inizi il GP a Baku, forse manco i piloti. Sì, tutti i comunicati stampa saranno pieni di “quanto mi è pesato questo periodo, non vedo l’ora di scendere in pista“, come da contratto.
Chissà cosa ne scriveresti tu… se ai tempi di F1 Racing ridevamo sul rischio di finire dietro le sbarre, adesso saremmo già dentro! Spesso mi chiedo perché continuiamo a guardarla questa F1… e la risposta è semplice: perché amiamo lo sport con cui siamo cresciuti, abbiamo le voci di Poltronieri, Palazzoli e Zermiani nelle orecchie; le immagini erano in bianco e nero eppure noi le macchine le vedevamo girare a colori in TV; sentiamo ancora il rombo dei motori e l’odore di benzina, vediamo voi piloti, così straordinari e normali al tempo stesso. Ci parlano di Las Vegas e noi vediamo te sul podio con Diana Ross e ripensiamo a quella gara. E’ l’emotività che ci frega. Cambiare si deve ed è giusto, non si può restare ancorati al passato, i progressi fatti sono innegabili e in qualunque periodo ci sono state critiche. Non è questione di nostalgia ma di razionalità e di non tirare troppo la corda. Caro Mic, starei qui ancora a lungo a parlare con te ma venerdì si avvicina e devo ripassare le nuove regole per il weekend dell’Azerbaijan… se l’amico Stefano Domenicali mi chiama e mi interroga sono fregata! Comunque se vuoi spiegarmele il telefono è sempre acceso, lo sai.
Barbara