Dopo l’Arabia, possiamo ben dire che stiamo assistendo a uno show piuttosto che a un campionato del mondo di F1. Incomprensibile l’ingresso della safety car per il ritiro di Stroll (ha scaldato troppo i freni durante il giro di ricognizione) e ancora di più la giustificazione che è stata data. E’ una delle poche volte in cui un pilota segue alla lettera il regolamento, fermando la macchina non solo in un punto totalmente sicuro, ma nell’area dedicata al ricovero in caso di necessità delimitata dai rettangoli rossi. Se così facendo impediva l’uscita e il passaggio dei mezzi di sicurezza, allora c’è un problema serio di omologazione della pista. Tra l’altro poi c’era tutto il tempo e lo spazio per spostare velocemente l’Aston Martin.
Detto questo, stiamo assistendo a un dominio incontrastato da parte di Red Bull con un cannibale come Max Verstappen che non ha rispettato gli ordini di scuderia, segnando all’ultimo passaggio il giro più veloce (1:31.906) ai danni del vincitore Sergio Perez. Il messicano è stato molto bravo girando su ottimi tempi per tutta la corsa, recuperando velocemente il soprasso di Alonso al via. Proprio lo spagnolo ha commesso una leggerezza che non è da lui, rischiando il podio. Dopo l’arrivo gli è stata data una penalità di 10 secondi, che ha – temporaneamente – portato sul podio George Russell, penalità successivamente tolta dagli stessi commissari e terzo posto restituito. Servirebbero regole chiare e decisioni più tempestive.
La Mercedes sta reagendo delineandosi come terza forza del Mondiale. Russell ha girato costantemente sul 1’33” basso. Proprio il risultato di questo gran premio ci descrive meglio le forza in campo, con Red Bull seguita da Aston Martin, Mercedes, Ferrari e Alpine. Molto deludenti le Ferrari che chiudono la corsa in sesta e settima piazza. Dopo la qualifica Leclerc aveva fatto sperare in qualcosa di più, ma la SC non ha aiutato. Come in Bahrain, anche qui in Arabia Saudita abbiamo assistito a una qualifica tiratissima con 15 piloti racchiusi in appena un 1,4 sec e tutta la griglia in appena 2 sec. Basta un soffio per restare tagliati fuori dal Q2 o, peggio, dal Q3. Risultato che purtroppo poi non si riflette in gara.
Gian Carlo Minardi