La domenica perfetta quella di Max Verstappen e della Red Bull negli USA, per onorare la memoria di Dietrich Mateschitz con la vittoria e il Titolo Costruttori. L’olandese ha chiuso davanti a tutti una gara ricca d’azione e sorpassi, passando e tenendo dietro Lewis Hamilton, mettendo il sigillo sul quinto Titolo del team, il primo dal 2013, ed eguagliando il record di 13 vittorie stagionali di Schumacher e Vettel.
Dopo aver preso il comando al via, evitando il caos alle sue spalle col contatto tra Carlos Sainz e George Russell alla curva 1, Verstappen sembrava viaggiare tranquillo verso la vittoria, gestendo le due ripartenze dopo le safety car e il passo. Ma un problema al pitstop ha aperto la porta a Hamilton e a Leclerc, che il campione ha passato con delle manovre senza sbavature, passando per primo sotto la bandiera a scacchi, lasciando i rivali amareggiati, specie Lewis, che ha dovuto arrendersi a 6 giri dalla fine, quando sperava finalmente di interrompere il digiuno di 19 GP e portare a casa la vittoria. Leclerc ha rimontato dalla 12° alla terza posizione, con la Ferrari matematicamente fuori dalla lotta per il Costruttori.
Leclerc ha sfruttato uno stop gratis durante la prima SC, quando Bottas è finito nella ghiaia, per risalire il gruppo, con Perez quarto dopo la penalità motore. Quinto Russell, che ha preso 5 secondi di penalità per l’incidente con Sainz e ha fatto un pit alla fine per montare le soft e fare il giro veloce, tornando in pista davanti alla McLaren di Lando Norris
Gara fenomenale per Fernando Alonso che ha recuperato le 5 posizioni di penalità motore ed è uscito indenne – lui e la sua Alpine – da un incidente a metà gara che poteva avere conseguenze drammatiche, quando Lance Stroll ha cambiato traiettoria e l’ha fatto letteralmente volare. Una manovra da criminale, punita solo con 5 secondi, decisamente troppo poco. Sembrava tutto finito ma lo spagnolo è tornato ai box, ha cambiato gomme, è rientrato e ha concluso 7°, seguito dall’Aston Martin di Sebastian Vettel, brevemente al comando della gara e autore di un gran sorpasso su Magnussen proprio nel finale,
Come accaduto a Verstappen, anche la splendida gara di Vettel è stata segnata da un pitstop lento, ma il tedesco non si è perso d’animo e, tornato in pista 13°, ha riguadagnato 5 posizioni, una prestazione premiata dagli spettatori che l’hanno scelto come Pilota del Giorno.
L’ultimo punto è andato all’AlphaTauri di Yuki Tsunoda, partito a fondo griglia e che è riuscito a tenersi fuori dai guai, tenendo dietro l’Alpine di Esteban Ocon, la Williams di Alex Albon e l’Alfa Romeo di Zhou Guanyu. Dopo i problemi in qualifica, a Pierre Gasly non è andata meglio in gara, con 5 secondi di penalità per non aver rispettato le distanze dietro la safety car, penalità non eseguita correttamente ai box, per cui ha chiuso 14°. Deludente la gara di Mick Schumacher, che doveva portare a casa punti per cercare di conservare il sedile sempre più traballante in Haas e che ha chiuso 15° (con il suo compagno di squadra Magnussen 8°), davanti solo alla McLaren di un sempre più imbarazzante Daniel Ricciardo e alla Williams di Nicholas Latifi.
E così archiviamo anche questo diciannovesimo round: ce ne restano tre, in cui non ci sarà più niente da assegnare (a parte Verstappen che può battere il record che ha eguagliato oggi di 13 vittorie stagionali). Oggi Leclerc torna secondo nel Piloti, ma si sa sono dettagli rispetto ai Titoli. Peccato per Sainz, che oggi partendo dalla pole era atteso a una prova di forza e che invece si è fatto passare subito da Verstappen. D’altronde l’ha detto anche Hamilton: sul dritto le Red Bull sono imprendibili. Titoli meritati, anche se resta in sospeso la questione budget cap, ma adesso con la scomparsa di Dietrich Mateschitz è ovvio ci sia una tregua. Ma una vera corazzata e una famiglia: l’abbiamo visto oggi, guardando i volti di Christian Horner, Helmut Marko, Adrian Newey, dei piloti e degli uomini e delle donne del team.
Annotazione per la FIA: a quanto visto oggi, hanno fatto bene a rimuovere uno dei race director, perché le decisioni ad Austin sono state rapide ed efficaci (unica critica alla penalità troppo soft per Stroll). Per quanto riguarda il GP, 440mila presenze nel weekend la dicono lunga sul successo della F1 anche negli USA – unica pecca l’inno prima della gara, dove l’abbiano trovata quella tizia lo sanno solo loro, ma mai sentite tante stecche insieme! E per favore, tenete fuori attori e cantanti dai box almeno durante la gara! L’espressione di Stefano Domenicali che cercava di guardare la gara con il cantante di fianco… e un altro personaggio appiccicato alla Ferrari di Sainz dopo il ritiro… per non parlare dell’incubo Brad Pitt: se avessimo 100 euro per ogni volta che l’hanno inquadrato nel weekend ci potremmo comprare la Haas! Una bella gara… crediamo che Dietrich Mateschitz ne sia orgoglioso.
Barbara Premoli