Un GP d’Olanda sicuramente non noioso quello vinto oggi, di nuovo, da Max Verstappen, alla 30° vittoria in carriera e 10° della stagione, in cui ha portato a casa anche il punto del giro veloec, ma non senza dover lottare contro le Mercedes e una safety car alla fine, con George Russell e Charles Leclerc a completare il podio. La vittoria per il campione in carica sembrava ormai al sicuro dopo aver fatto il secondo pistop durante una VSC nel giro 48, con Hamilton secondo e Russell terzo, entrambi con un primo stint lungo sulle medie, mentre i rivali erano partiti sulle soft, per fermarsi e montare le hard, velocissime sulle Mercedes. Ma quando accaduto dopo la safety car al giro 55 ha privato Hamilton della speranza di vincere. L’inglese è rimasto sulle medie, prendendo il comando quando Verstappen è rientrato per montare le soft, seguito da Russell e Leclerc.
Alla ripartenza nel giro 61, Verstappen ha passato Hamilton, con Russell e Leclerc che hanno fatto lo stesso, conquistando il podio. Hamilton ha chiuso 4°, con Carlos Sainz e Sergio Perez – bloccato dal primo dei due errori al pitstop della Ferrari, quando è passato sopra una delle pistole – a lottare per la quinta posizione. Questo duello ha permesso ad Alonso e Norris di avvicinarsi e con la penalità di 5 secondi data a Sainz per unsafe release lo spagnolo è scivolato in 8° posizione, promuovendo Perez in 5°, Alonso in 6° e Norris in 7°. Nono Esteban Ocon davanti a Lance Stroll, Pierre Gasly e Alex Albon, 12° dopo essere partito 15°. A seguire Mick Schumacher e Sebastian Vettel, che ha preso una penalità di 5 secondi per aver ignorato le bandiere blu nelle prime fasi di gara.
Contro le barriere al secondo giro, Kevin Magnussen è riuscito a proseguire chiudendo 15°. Domenica nera per Daniel Ricciardo, 17° alle spalle di Zhou Guanyu, che ha scontato 5 secondi di penalità per non aver rispettato la velocità nella pitlane. Penultimo Valtteri Bottas, la cui Alfa Romeo si è fermata in pista causando la safety car. Ritiro nel giro 48 per Yuki Tsunoda, e qui ci vorrebbe Monsieur Poirot per scoprire cosa è successo realmente all’AlphaTauri: il pilota prima ha lamentato un problema alla trasmissione, ma prima sembrava che un pneumatico non fosse fissato e, durante un pitstop molto lungo, gli hanno sistemato le cinture di sicurezza. Il vero giallo, perché prima è stato detto che per due giri erano slacciate (cosa gravissima), poi durante le interviste il furbetto ha dichiarato che erano solo lente…
Il quindicesimo round va in archivio con la certezza della superiorità di Verstappen e della Red Bull e le parole amare di Mattia Binotto, per gli errori commessi e soprattutto per una competitività che non c’era. A 7 gare dalla fine della stagione, parlare di corsa al Titolo è ormai folle: sono 109 i punti di Leclerc dal leader (310 vs 201) e nel Costruttori la Red Bull è a 511 contro i 376 della Ferrari. Il vero dramma? Conduttori TV e lo stesso team principal hanno un bell’invitare i tifosi il prossimo weekend a Monza per sostenere la squadra. Ci saranno, ovviamente, perché i biglietti li hanno acquistati da tempo, ma allora erano convinti di assistere a un duello ravvicinato per il Titolo. Adesso al 99% vedranno un Sainz arretrato sulla griglia perché potrebbero cambiargli il motore. Ormai è disarmante assistere agli errori ai box: quello di oggi al pitstop di Sainz, con la posteriore sinistra che mancava, è stato imbarazzante, altro che Irvine nel 1999! Se gli uomini non sono pronti con le gomme, come ha ammesso lo stesso Binotto, perché richiamare il pilota e non farlo restare fuori un giro in più? Misteri insondabili… forse non arriverebbe a capo nemmeno Poirot!
Barbara Premoli