Stefano Domenicali insiste: la F1 tornerà in Arabia Saudita- Come già detto in settimana, dopo gli attacchi terroristici a Jeddah durante le libere del GP, i piloti aspettavano ulteriori incontri con il management dello sport. “La F1 ha promesso di riconsiderare le sue scelte per alcuni GP“, aveva detto Bottas. Ma a margine dell’evento che si è svolto a Las Vegas per annunciare un terzo GP negli USA dal 2023, Domenicali ha smorzato le voci secondo cui l’Arabia Saudita potrebbe perdere la gara. “Abbiamo parlato del fatto che questo Paese ha dei problemi. Ma credo che lo sport in genere e la F1 in particolare metteranno la necessaria attenzione a quei problemi e andranno nella giusta direzione. Noi non siamo coinvolti nella politica, ma credo che lo sport aiuterà un Paese che vuole cambiare la sua cultura. Dobbiamo fare la nostra parte, quindi restiamo. Siamo fiduciosi di poter disegnare un futuro migliore insieme“. Il ministro dello sport dell’Arabia Saudita ha detto che il governo vuole dare garanzie in modo che la F1 e i piloti si sentano sicuri. Quindi, con l’Arabia che sembra destinata a restare, Las Vegas che entra in calendario dal 2023, il nuovo accordo col Qatar che partirà nel 2023 e la Cina cha farà finalmente ritorno in F1, si fanno sempre più insistenti le voci sui rischi di Spa, Paul Ricard e persino Monaco. Non tutti sono convinti della nuova strategia della F1: “Dovremmo andare in Paesi come l’Arabia Saudita?”, si chiede Gaetan Vigneron, inviato storico dell’emittente belga RTBF. “Stefano Domenicali dice che ci andiamo per aiutarli ad aprirsi un po’ di più, anche se ci sono cose che ovviamente sono del tutto inaccettabili. Si puà fare di più per non andarci? Forse sì, forse no“.