Come capita spesso, in Qatar la griglia è stata definita a meno di un paio d’ore dalla partenza della gara. Ultimamente le decisioni dei commissari sono molto lunghe, oltre che discutibili, ma nel caso specifico di Verstappen è stata corretta: con bandiera gialla bisogna alzare il piede. Purtroppo ha commesso una leggerezza che poteva costargli molto cara, ma è riuscito a limitare i danni aggiudicandosi anche il punto aggiuntivo del giro più veloce. Avremmo potuto assistere a una gara con strategie diverse. Nella prima parte di gara Hamilton è andato fortissimo, ma col passo mostrato Verstappen avrebbe potuto stargli maggiormente attaccato. Arriviamo alle ultime due gare con solo 8 punti di distacco tra i due contendenti. Sul fronte Costruttori, complice anche il ritiro di Bottas, la Red Bull ha messo a segno un bel colpo portandosi a sole 5 lunghezze dalla Mercedes. Praticamente tutto può ancora succedere. Ci apprestiamo a vivere un mini e intenso Mondiale racchiuso in due appuntamenti, in cui l’affidabilità sarà importante più che mai.
Fernando Alonso ci ha fatto divertire dimostrando che l’età è solamente un aspetto anagrafico. Peccato che non abbia a disposizione una monoposto più performante, si deve difendere con le unghie e i denti facendo i salti mortali. Senza lode e gloria la Ferrari che difende il terzo posto ai danni della McLaren, nonostante un distacco veramente troppo alto e importante nei confronti di Red Bull e Mercedes. Il terzo posto farà digerire meglio la sconfitta.
Pierre Gasly ha fatto sognare i suoi tifosi partendo in prima fila di fianco a Hamilton, ma in questo momento l’AlphaTauri continua a “giocare” solo con un pilota e in Qatar ha pagato un dazio pesante nei confronti dei diretti avversari dell’Alpine. Il quinto posto può ancora essere raggiunto, ma non sarà certamente facile. Tra quindici giorni andremo a scoprire la pista in Arabia Saudita, un cittadino molto veloce che potrebbe favorire ancora la Mercedes… ma in questo Mondiale nulla è ancora deciso.
Gian Carlo Minardi