Un successo di coppia. In Brasile Hamilton e Mercedes sono stati entrambi delle superstar, nonostante quella “sbavatura” che poteva costarle caro. Anche se si è trattato di appena pochissimi millimetri, è stata una svista importante per un team con all’attivo otto Titoli mondiali. Con grande caparbietà Hamilton ha recuperato posizioni su posizioni, partendo dalla sprint race chiusa con all’attivo 15 posizioni rimontate in appena 24 tornate, completando poi l’opera in gara con un successo netto. Ha pagato la strategia di cambiare il motore endotermico perché ha potuto sfruttarne tutta la potenza e sul dritto non c’era paragone con nessun avversario. Ha infiammato il pubblico. Bravo anche Bottas che durante la gara del sabato ha tolto i punti della vittoria a Verstappen, anche se ritengo che il sistema dei punti sia errato poiché sono troppo pochi quelli in palio.
Per 57 tornate Verstappen ha venduto cara la pelle, girando su ottimi riscontri cronometrici, rispondendo con la forza al primo attacco del diretto avversario. Trovo corretta la decisione dei commissari di non procedere con l’investigazione poiché si è trattato di un episodio di gara, certamente al limite del regolamento, tra due piloti che si stanno contendendo il Titolo mondiale. Nulla ha potuto alla curva 3 del 59° passaggio. Da quel momento l’olandese ha alzato il piede per salvaguardare il suo motore Honda. Era evidente che la Red Bull non avesse il ritmo della Mercedes.
Abbiamo assistito a una bellissima lotta tra due ottime squadre che si sono portate via punti a vicenda, con Perez che segna il giro più veloce alla fine con un pitstop strategico. Distacchi importanti per tutti gli altri, con la Ferrari che vince nuovamente il confronto diretto con la McLaren. Gasly, col settimo posto davanti alle due Alpine, tiene in lotta l’AlphaTauri per il quinto posto, ma non sarà facile senza il contributo di Tsunoda.
Ora ci aspettano due circuiti nuovi, prima del gran finale ad Abu Dhabi dove con grande probabilità sarà assegnato il Titolo. Sia Hamilton sia Verstappen meritano la corona ma il vincitore, si sa, è sempre uno solo.
Gian Carlo Minardi