Max Verstappen conquista la vittoria numero 18 in F1 al termine di un GP degli USA che l’ha visto duellare fino all’ultimo con Lewis Hamilton, con la Red Bull che guadagna terreno sulla Mercedes grazie anche al terzo posto di Sergio Perez. E sale a 12 il vantaggio di Verstappen su Hamilton, che conquista il punto bonus per il giro veloce in gara.
Autore di una partenza spettacolare, Hamilton ha preso il comando dalla seconda posizione. Dietro di loro Perez che, partito terzo, ha iniziato a perdere terreno dai due. La Red Bull ha giocato la carta dell’anticipare il pitstop dell’olandese nel giro 11, passando dalle medie alle hard, mentre Hamilton è rientrato nel giro 14, tornando in pista alle spalle della Red Bull. Il secondo giro di soste ha visto rientrare Verstappen nel giro 29 per montare un altro set di hard, seguito subito dopo da Perez, mentre Hamilton è nuovamente stato in pista di più, mantenendo un vantaggio di 16 secondi sul rivale. Lo scambio di battute con Wolff ha detto tutto: “Stiamo correndo per vincere“, gli ha detto via radio Toto Wolff e lui ha risposto: “Ci penso io, bro!”.
Con un vantaggio di soli 11,5s, è rientrato per il pitstop nel giro 37 ed è tornato in pista con le hard sempre in seconda posizione, a 8,8s da Verstappen. Dal muretto Mercedes gli hanno detto “Si gioca tutto negli ultimi tre giri“, ma il gap non è diminuito fino al giro 41, quando Verstappen si è trovato davanti i doppiati. A 5 giri dalla fine, i primi due erano divisi solo da 1.7s e Hamilton ha potuto usare per pochissimo il DRS solo nell’ultimo giro. Ma, su una pista sulla carta favorevole alla Mercedes, Verstappen e la Red Bull sono stati impeccabili e hanno vinto con un vantaggio di 1,3s.
Ottimo quarto posto per Charles Leclerc, che al via è riuscito a tenere dietro la McLaren di Daniel Ricciardo, che a sua volta aveva guadagnato una posizione su Carlos Sainz. Sesto Valtteri Bottas, protagonista di una gara opaca, nonostante il motore nuovo, davanti a Sainz. Ottavo al traguardo Lando Norris, che ha perso una posizione su Bottas dopo la seconda serie di pitstop. Nona l’AlphaTauri di Yuki Tsunoda che, partito 10° sulle soft è riuscito a gestirle in modo magistrale, guadagnando una posizione sul compagno di squadra Pierre Gasly, poi costretto al ritiro per un problema alle sospensioni. Ultimo punto per l’Aston Martin di Sebastian Vettel, partito 18° in seguito alla penalità per la sostituzione del motore. Giornata no per l’Alpine, con il doppio ritiro di Esteban Ocon e Fernando Alonso.
Campionato ancora apertissimo ed entusiasmante, quindi, anche se a fine gara la delusione di Lewis Hamilton era tangibile. Tra i due c’è stato un bello scambio di complimenti all’arrivo, ma la vittoria di oggi ad Austin brucia, sia al campione in carica sia alla Mercedes, che sembra aver perso quella brillantezza che la contraddistingue da anni. O forse il merito è proprio della Red Bull e di un certo Adrian Newey. E dell’entusiasmo di un Verstappen che oggi non ha sbagliato di un millimetro, dettando anche la strategia per il pitstop del compagno di squadra mentre viaggiava a 300 all’ora… Ultima considerazione: non avete avuto anche voi dei momenti da “sogno o son desto” guardando le immagini di Austin? 400mila spettatori nei tre giorni, tribune e prati pieni e invasione di pista finale. Adesso prossima tappa in Messico e state pur certi che assisteremo alle stesse scene. A quanto pare dall’altra parte dell’Oceano la F1 e la FIA hanno aperto le gabbie, come se nulla fosse. C’è solo da augurarsi che la tanto decantata “bolla” del paddock regga…
Barbara Premoli