29 luglio, il compleanno di Fernando Alonso. Come festeggiarlo? Riavvolgendo il nastro dei ricordi. GP d’Ungheria 2001. Michael Schumacher vince
il suo quarto Titolo. Un’emozione unica quella domenica, sotto quel podio, perché veder vincereun campionato è sempre qualcosa di speciale e irripetibile. Sentimenti che si mischiano, lacrime di commozione e gioia, odore di sudore e champagne in un caldissimo Hungaroring, il 19 agosto. Quando si assegna un Titolo è come se il paddock scivolasse tutto da una parte, davanti al motorhome del vincitore. Sentita al volo la conferenza stampa, mi sono spostata dal lato opposto: nel weekend avevo preso un impegno, dovevo e volevo rispettarlo. Dovevo incontrare e intervistare Fernando Alonso, un ragazzino di 20 anni alla sua prima stagione in F1. Arrivando l’ho visto lì, davanti al motorhome, con lo sguardo rivolto verso la lontana “zona rossa”. Mi ha guardata e mi ha chiesto cosa ci facessi lì e perché non fossi con tutti gli altri in Ferrari. “Avevamo un appuntamento, eccomi“.
Ne è uscita una delle prime interviste a un giovane promettente che non si filava di pezza nessuno, che sarebbe diventato un due volte campione del mondo e che, 20 anni dopo, è ancora qui, dopo una pausa in cui si è tolto lo sfizio di correre a Indianapolis, Daytona, vincere la 24 Ore di Le Mans e il campionato WEC, provare persino la Dakar. Minardi, Renault, McLaren, di nuovo Renault, Ferrari, ancora McLaren e da quest’anno Alpine: 20 anni in cui Fernando non è mai cambiato. Si è evoluto come pilota e come uomo, certo, ma è sempre rimasto il ragazzo dolce e umile di quella domenica, quello che nel periodo in Ferrari raccontava ai figli di Massimo Rivola- seduti accanto a me sul pavimento davanti a lui – come ci fossimo conosciuti e come fosse nata la nostra amicizia, vera e incondizionata. Sì, lo ammetto: gli ho sempre voluto un bene dell’anima, anche quando con Felipe si divertivamo a saltarmi sui piedi per sporcarmi le Superga bianche nuove di pacca, chiamandomi mamma (poi dopo lunga trattativa riuscii a convincerli che zia era più gradito)! Oggi quel ragazzino compie 40 anni e fa effetto pensare che, 20 anni dopo, sia ancora qui in F1 a dire la sua, con la stessa fame e lo stesso impegno. Buon compleanno, Nando, col bene di sempre. Anche se oggi mi fai sentire ancora più vecchia… E per festeggiare vi ripropongo quella mia intervista, uscita sul numero di ottobre 2001 di F1 Racing, di cui ai tempi ero direttore. Buona lettura!
Barbara Premoli
20th 👉 40th@alo_oficial knows how to celebrate a birthday 🥳🎉#HungarianGP 🇭🇺 #F1 pic.twitter.com/4wuZTreFLk
— Formula 1 (@F1) July 29, 2021