Dall’inizio dello sviluppo dei primi modelli elettrici Renault, sono sorte tante domande inedite e appassionanti sulla silenziosità del loro funzionamento. Come avvertire i pedoni che sta sopraggiungendo un veicolo il cui motore non fa quasi nessun rumore? Come realizzare un suono di alert che risulti efficace, ma anche gradevole? Come creare un sound design che rispecchi l’identità dei veicoli elettrici pur essendo specifico della Marca? Laurent Worms, responsabile della Strategia Audio del Gruppo Renault, ci racconta tutti i dettagli del processo di creazione di questo tipo di suono noto come VSP (Vehicle Sound Pedestrian). Per imparare a conoscere la voce dei veicoli elettrici del futuro, non poteva certo mancare una visita all’Ircam (Istituto di Ricerca e Coordinamento Acustica / Musica), storico partner del Gruppo Renault.
Aggiungere il suono a un veicolo elettrico, che è silenzioso per natura e quindi virtuoso dal punto di vista dell’ecologia sonora, può sembrare paradossale. Ma è una questione di sicurezza. Senza un alert sonoro esterno, i pedoni non sentirebbero arrivare i veicoli elettrici che circolano a bassa velocità. Anche i conducenti stessi, d’altronde, esprimono l’esigenza di essere udibili in qualsiasi circostanza e soprattutto in città. Questo alert, noto come VSP (Vehicule Sound Pedestrian o avvertimento acustico per i pedoni), è obbligatorio per i veicoli elettrici e, pertanto, rientra nei loro parametri di sviluppo. Se la priorità è “avvertire rassicurando”, le sfide del sound design aprono molte altre opportunità e strade appassionanti.
Per i suoni dei futuri modelli elettrici Renault, bisognava mantenere il legame storico con le creazioni precedenti, pur evolvendosi. L’Ircam vanta un know-how nella ricerca fondamentale, nell’acustica, nella musica e nel suono che è particolarmente apprezzato per questo tipo di applicazione industriale e i suoi numerosi vincoli. Il lavoro è potuto cominciare sotto la guida di Nicolas Misdariis, Direttore della Ricerca e responsabile del team Percezione e Sound Design, e di Andrea Cera, compositore e sound designer che, tra le altre cose, collabora con lo stesso team da diversi anni sulle problematiche del sound design per il settore automotive.
La prima fase di un progetto di questa portata consiste nel capire i requisiti industriali dal punto di vista tecnico ed ergonomico, ma anche funzionale e relativo all’identità di marca. In altri termini, bisogna rispondere alla domanda: quale personalità è richiesta ed auspicata per il suono esterno? Il lavoro di trasmissione di questi dati iniziali avviene mediante sessioni di briefing sulle varie dimensioni basandosi su supporti come parole, immagini, ma anche riferimenti sonori e persino suoni, che esprimono, ognuno a modo suo, le emozioni e le suggestioni a cui puntare nel futuro lavoro di progettazione del suono. Successivamente, bisogna tradurre le intenzioni espresse producendo materiali sonori servendosi di strumenti e suoni reali (registrati) oppure sintetizzandoli ex novo al computer, applicando le regole armoniche fondamentali. Si sa, ad esempio, che un accordo maggiore o consonante potrà creare, meglio di qualsiasi altro, una sensazione di pace e gioia… mentre una dissonanza, per quanto lieve, su questo tipo di accordo provocherà immediatamente una tensione… mettendovi in uno stato di allerta! Una dicotomia necessariamente interessante per un suono come un VSP. Il sound designer fa una composizione con questi materiali sonori mixandoli armoniosamente. Vengono poi i ritmi e le modulazioni che consentono di integrare uno dei componenti fondamentali del VSP che è l’interattività sonora, adattandosi ai movimenti del veicolo e contribuendo così a progettare un suono vivo, unico e dinamico, espressione dell’identità di marca.
Dopo le fasi di ricerca, cominciano a delinearsi diverse direzioni e proposte. A questo stadio, non mancano mai le domande e persino i dubbi. Si rischia di costruire le valutazioni basandosi sui propri gusti. Questo è il primo ostacolo. L’altra trappola consiste nel cercare a tutti i costi di conciliare tutti i pareri… inevitabilmente inconciliabili. Pertanto, il ruolo del manager responsabile della customer experience sonora è garantire la coerenza definita a monte dal team difendendola per l’intera durata del progetto. Infine, quando la decisione è presa, è fondamentale che l’azienda faccia proprio il carattere forte – e anche dibattuto – del suono prescelto per esprimere la sua identità. È la condizione sine qua non per un suono distintivo e destinato a durare nel tempo. È l’approccio adottato da Renault. L’ultima parola spetta a Laurent Worms: «Il mio sogno è che la firma sonora delle future Renault elettriche susciti un’emozione simile alla scia di un profumo seducente, contribuendo ad una migliore ecologia sonora per le città del futuro». Ed è ciò che auguriamo ai team che hanno portato avanti lo sviluppo di questo nuovo suono, che scopriremo presto su Nuova Mégane E-TECH Electric.
Redazione MotoriNoLimits