La sinuosa pista del Santerno, adagiata sui saliscendi delle colline attorno alla cittadina di Imola, è ricca di storia, e di storie. Tra queste è bello ricordare che proprio a Imola, nel 1987, Ayrton Senna ottenne la prima storica pole position per una monoposto equipaggiata con sospensioni attive a controllo elettronico, a bordo della sua gialla Lotus 99T. Un’ulteriore arma che Ayrton, già a 16 pole con quella di Imola di quell’anno, aveva da sfruttare in qualifica assieme agli assetti del tecnico Ducarouge abbinati al suo stile di guida unico, con il boost del turbo dosato manualmente per gestire la brutale erogazione del motore senza mangiare le gomme da qualifica nel giro buono. La Lotus 99T a Imola poteva contare inoltre sul 6 cilindri Honda aggiornato e meno assetato.
In qualifica la lotta è tra Nigel Mansell su Williams Honda e Ayrton. Con Piquet, primo il venerdì, ma fuori dai giochi per l’incidente al Tamburello durante la stessa sessione, il sabato Nigel si porta in testa. A metà qualifica Senna, con un giro perfetto, afflitto solo da un poco di sottosterzo, ottiene però la prima storica pole a sospensioni attive precedendo l’inglese di un decimo.
Il sistema attivo Lotus si basava su due tubi di pitot ai lati del muso per rilevare la velocità. Accelerometri posizionati su ogni triangolo delle sospensioni per rilevare i movimenti delle ruote. Potenziometri ai lati di ogni ammortizzatore idraulico per misurarne l’escursione verticale. Rollio, beccheggio forze G e altre sollecitazioni della vettura venivano rilevati da due accelerometri ed una piattaforma inerziale sotto il sedile del pilota. Il cervello, il computer, che raccoglie tutti i dati dai 20 sensori sparsi per la monoposto per elaborarli e ritrasmettere le informazioni alle sospensioni, veniva anch’esso posizionato sotto il sedile. Una pompa posizionata alla sinistra del motore manteneva in pressione il sistema degli ammortizzatori idraulici alimentato da una miscela di gas e liquido. Sistema che rubava qualche cavallo al motore giapponese. Un’enorme sorpresa per tutti in Lotus la pole “attiva” già al secondo GP della stagione. Il team inglese le provò con Mansell per la prima volta nel 1983, ma è stato Ayrton, nel 1986, a spingere perché fossero introdotte in gara nel 1987, tanto che per tutta la stagione il brasiliano non guidò mai la vettura passiva tradizionale. Un punto di svolta, che accelerò lo sviluppo dell’elettronica in F1, per arrivare al suo massimo nelle stagione 1992 e 1993, per poi essere drasticamente ridotta dal 1994, ma questa, è un’altra storia.
Riccardo Turcato