Mentre sui social si ricordava il compleanno di Ayrton Senna il 21 marzo, foto e video scorrevano a fiumi. Nello scorrere di quelle immagini pensavo a una cosa… Che peccato non avere avuto il camera car sulla McLaren del 1988. A Montecarlo in qualifica. Oppure in rimonta a Suzuka. Pensate alle pole position ottenute con la Lotus. Che affreschi di guida avremmo potuto vedere. Una mano sul volante, l’altra sulla leva del cambio. Ora i camera car sono su tutte le monoposto e sembra scontato, ma fino a 30 anni fa non era così.
Pensate a poter vedere dall’abitacolo l’esordio di Schumacher sulla bellissima Jordan 191 a Spa. Oppure la guida di Gilles Villeneuve. Non solo in lotta con Arnoux a Digione. Penso a Jarama nel 1981 con Laffitte, Watson e De Angelis uno nella coda dell’altro. Un Graham Hill a Montecarlo. Un giro sul vecchio Nurburgring in qualifica con Lauda. Nel diluvio del Fuji con James Hunt. Il finale folle di Monaco 82, o il duello De Angelis vs Rosberg in Austria sempre nel 1982. Qualcosa per fortuna ci è arrivato, grazie all’impegno della Elf che montava in sessioni private, o nelle prove libere, le telecamere sulle monoposto, ma erano per lo più giri dimostrativi o comunque di breve durata.
C’è un pezzo enorme della storia di guida di F1 che purtroppo resterà per sempre nei nostri sogni. Non è detto che sia un male. Sognare quei piloti alla guida ci stimola sicuramente la passione. Però… Vedere un Senna impegnato in Portogallo nel 1985, o la cavalcata di Giacomelli al Glenn sull’Alfa, il sorpasso di Alboreto su Rosberg in Germania nel 1985, e chi più ne ha più ne metta, è una cosa che a pensarci, lascia molto tristi. Potremmo scrivere centinaia di episodi, voi cari amici lettori, quale on board avreste voluto vedere?