La Thailandia ha il suo nuovo principe. Finalmente Alexander Albon è riuscito a conquistare il primo, meritatissimo, podio iridato che gli era sfuggito in precedenza. Il terzo gradino arriva nel momento più opportuno, per dipanare alcuni dubbi sul suo futuro che stavano montando in modo insistente sui media. Specialmente dopo la vittoria di Gasly a Monza.
Convivere con Max Verstappen non è facile per nessun pilota. Max è supportato da un talento che raramente si è visto dietro a un volante e da un team che fa quadrato attorno a lui da anni. Nella convivenza ha faticato persino il navigato Ricciardo, figuriamoci altri piloti. Ho trovato troppo ingiuste le critiche mosse ad Albon nelle ultime settimane. Ma il giovane erede del principe di Thailandia, Bira, ha dimostrato innanzitutto di essere un pilota che non ha paura della lotta ed è stato autore sinora di grandi sorpassi. Ha faticato, è vero, nella velocità pura rispetto a Verstappen ma, come dicevamo, Max è Max, soprattutto nel team costruito attorno a lui da anni. Il talento di Albon c’è. Non si può negare. Lui deve essere consapevole che strafare per stare con Max non serve. Serve invece ottimizzare al massimo tutto il weekend di gara.
Secondo alcuni ben informati (?), Marko sarebbe pronto a scambiare nuovamente lui con Gasly. A che pro ci chiediamo? Marko lo scorso anno fu criticato molto per lo scambio di sedili tra i giovani ragazzi. Ma, volenti o nolenti, alla fine, lui, Helmut Marko, ha sempre ragione. Gasly lo scorso anno era mentalmente finito all’interno della Red Bull al fianco di Max. Lo abbiamo visto bene nel documentario di Netflix. Che forse è stato anche fin troppo duro con la figura del pilota francese, mettendo in mostra momenti e situazioni non gradevoli che era meglio forse tenere nella sfera privata dei rapporti con il team. Quando Gasly è andato in Toro Rosso, ora AlphaTauri, è rinato come pilota. Se fosse rimasto in Red Bull non avrebbe innanzitutto vinto a Monza. Anzi, nel continuo tritacarne del confronto con Verstappen, sarebbe sparito dai radar della F1. La mossa di Marko quindi è stata ottima. Il giovane e arrembante Albon in Red Bull. Ritrovare in AlphaTauri un pilota di talento come Gasly. Ha forse avuto torto? Quindi perché ora scambiare i due?
La Thailandia intanto si gode Alexander. Anche se ancora vive nella memoria, cominciavano a diventare troppo lontane le imprese del giovane principe Bira (Birabongse Bhanudej Bhanubandh), erede della famiglia reale del Siam. Capace di vincere 5 gran premi nell’epoca pre-F1 (compreso quello di Montecarlo 1936), Bira, corse nel mondiale di Formula 1 dal 1950 al 1955. Purtroppo non ebbe la stessa fortuna come nel pre-guerra, e ottenne solo due quarti posti come miglior risultato. Anche se, a onor di cronaca, dobbiamo evidenziare che vinse due gran premi fuori calendario, nel 1954 a Chimay e nel 1955 in Nuova Zelanda. Bira corse con tutti i marchi storici dell’epoca. Da Maserati a Ferrari, passando per ERA, Gordini, Osca e Connaught. Minuto, ma mosso da grande passione per le automobili, Bira riuscì a domare le difficili vetture pre e post-guerra. Enzo Ferrari nel libro “Piloti che gente”, lo ricorda come garbato nella vita e alla guida. Una persona colorata.
E’ bello pensare che domenica abbia guardato giù sorridendo al giovane erede Albon. Nel vederlo ottenere quel podio che a lui era sfuggito in F1. Nella speranza per Alexander che possa presto raggiungerlo anche nelle vittorie. Bira non era stato dimenticato dagli appassionati, ma è bello che oggi venga spesso ricordato perché ci sono figure che hanno fatto grande il nostro amato sport che meritano di non finire nel dimenticatoio.
Riccardo Turcato