Cannibale? Di più. Lewis Hamilton ha vinto per l’ottava volta il GP di Ungheria, la terza consecutiva, portando a casa l’86° successo in carriera e anche
il giro veloce. Sul podio – vero, finalmente! – con lui Max Verstappen e il compagno di squadra in Mercedes Valtteri Bottas.
Partito dalla pole, Hamilton ha allungato costruendo subito un gap con gli inseguitori, tagliando il traguardo con 8.7s sulla Red Bull di Verstappen che, dopo una qualifica deludente che l’ha visto scattare dalla settima posizione, ha fatto venire un colpo al suo team, andando a sbattere alla curva 12 mentre andava a posizionarsi sulla griglia. E qui i meccanici Red Bull meritano un applauso perché sono riusciti nel miracolo di riparare il tutto e farlo partire normalmente, con un secondo posto che, come ha detto Max alla fine, equivale a una vittoria, anche perché è riuscito a resistere agli attacchi finali di Bottas.
Quarta, ma a più di 57 secondi, la Racing Point di Lance Stroll, partito terzo. Quinta la Red Bull di Alex Albon che, partito 13°, è riuscito a passare Sebastian Vettel nelle fasi conclusive della gara, anche se la sua posizione è in forse per una investigazione della FIA: i meccanici hanno infatti asciugato la pista coi soffiatori prima della partenza, cosa proibita.
Vettel – che ha chiuso a un giro da Hamilton – è riuscito a tenere dietro la Racing Point di Sergio Perez, 7° dopo essere partito quarto, mentre il pilota della Renault Daniel Ricciardo è riuscito a fare la bellezza di 42 giri sulle medie, chiudendo ottavo. La strategia azzeccata della Haas, che al termine del giro di formazione ha fatto rientrare subito Kevin Magnussen e Romain Grosjean per sostituire le intermedie con le slick sulla pista che si stava asciugando, ha permesso al danese di tagliare il traguardo in nona posizione, con la McLaren di Carlos Sainz a chiudere la top 10, grazie a un sorpasso negli ultimi giri sulla Ferrari di Charles Leclerc, 11°.
Si chiude quindi il trittico di apertura che ha dato il via alla stagione 2020 e, in attesa delle due gare a Silverstone, non resta che riflettere sulla superiorità disarmante della Mercedes, con Hamilton che eguaglia il record delle otto vittorie sullo stesso circuito di Michael Schumacher (per il tedesco nel GP di Francia), Bottas che non molla e un team più unito e determinato che mai. Ferrari? Charles Leclerc deludente, non per demeriti suoi ma perché si ritrova a guidare un progetto sbagliato come la SF1000. Sebastian Vettel ha fatto il massimo, salvando il weekend e la faccia della Ferrari. Ma quando nelle interviste dopo-gara ha detto senza giri di parole “Sapevamo già prima della gara che ci avrebbero doppiati” ci sono cascate le braccia… perché evidentemente è peggio di quanto si possa credere.
Barbara Premoli