Quello che si corre domenica è il 35° GP di Ungheria, solitamente la gara che precede la pausa estiva. Non sarà così quest’anno dato che la corsa sarà seguita da una sola settimana di break e poi questa anomala stagione riprenderà con altre tre gare di fila, due in Gran Bretagna e una in Spagna. Il GP di Ungheria si è sempre disputato sulla pista dell’Hungaroring, alle porte di Budapest, tracciato che ha subito diverse variazioni anche se mai di rilievo, e sul quale la Ferrari si è imposta sette volte, la prima delle quali con Nigel Mansell nel 1989, quando l’inglese rimontò dal 12° posto in griglia superando Ayrton Senna approfittando di un’esitazione del brasiliano nel doppiaggio alla Onyx di Stefan Johansson.
Il debutto in calendario è datato 1986 quando destò non poco scalpore l’inserimento di una gara al di là della cortina di ferro, in un periodo in cui la guerra fredda era ancora una realtà e nel mondo sportivo erano ancora freschi i boicottaggi dei blocchi contrapposti alle Olimpiadi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984. L’intuizione fu azzeccata, e ormai quella di Budapest è una tappa fissa del calendario. L’autodromo si trova su un terreno polveroso ed è usato molto raramente. Per questo motivo le vetture al venerdì trovano quasi sempre un tracciato molto sporco. L’Hungaroring è lungo 4.381 metri e presenta ben 14 curve, 8 a destra e 6 a sinistra. Il traguardo è fissato sul rettilineo più lungo che offre una possibilità di sorpasso prima di curva 1, a destra e in discesa. Dopo qualche centinaio di metri arriva curva 2, a sua volta in discesa a sinistra e ampia che porta immediatamente alla 3, ancora in discesa. Qui inizia il secondo tratto veloce del tracciato con la salita che porta a curva 4, a sinistra. A questo punto comincia la parte guidata, caratterizzata da una lenta chicane e dai due tornanti conclusivi, curva 13, a sinistra, e l’ultima, a destra, che immette sul traguardo.
Dopo l’incidente alla terza curva nel GP di Stiria Charles Leclerc e Sebastian Vettel sono impazienti di tornare in pista per gettarsi alle spalle ciò che è successo e tornare ad aiutare la squadra a capire quali correttivi possono essere apportati per migliorare le prestazioni della SF1000. La squadra sta portando avanti l’analisi dei dati raccolti a Spielberg e ha approntato un programma apposito per l’Ungheria che permetterà di capire ancora di più sul comportamento della monoposto su una pista lenta, con caratteristiche molto diverse rispetto a quella austriaca.
Mattia Binotto Team Principal: “In Ungheria si chiude il primo trittico di questa stagione di F1 così compressa. Dopo le due gare sul circuito di Spielberg ci aspetta l’appuntamento dell’Hungaroring, un tracciato molto diverso da quello austriaco. Sarà quindi interessante verificare il comportamento delle vetture su una pista da massimo carico aerodinamico così come sarà fondamentale preparare al meglio le qualifiche e, quindi, la gestione dei pneumatici sul giro singolo, visto che i sorpassi in Ungheria sono tradizionalmente molto più rari di quanto non si sia visto in Austria. Siamo consapevoli che il livello delle prestazioni della vettura non è all’altezza delle aspettative, nostre e dei nostri tifosi, ma stiamo lavorando alacremente su ogni aspetto per migliorarla il prima possibile. L’obiettivo del weekend è tanto semplice quanto scontato: raccogliere il massimo dei punti possibili. Per riuscirci dovremo essere perfetti in ogni area: piloti, preparazione della vettura, operazioni in pista, affidabilità“.
Sebastian Vettel: “Dopo l’esito negativo della gara della scorsa settimana a Spielberg è bello avere la possibilità di risalire subito in macchina e tornare in pista. L’Hungaroring è un tracciato che sottopone i piloti a un discreto sforzo fisico, perché sono pochissimi i tratti nei quali è possibile rilassarsi. Le curve infatti sono tantissime e di solito quando si disputa il Gran Premio le condizioni atmosferiche presentano giornate molto calde. Questa tradizionalmente è anche una pista su cui accorrono molti tifosi della Ferrari e tantissimi dalla Germania, sarà molto strano non avere il loro supporto dalle tribune”.
Charles Leclerc: “Non vedo l’ora di tornare in macchina. L’Hungaroring mi piace perché è un tracciato estremamente tecnico con diversi punti nei quali un eventuale errore può essere pagato a caro prezzo in termini di tempo sul giro. Per questo, specie in qualifica, è vitale non commettere errori per mettere insieme il tentativo perfetto. Budapest è una delle mie tappe preferite nel calendario, perché la città è splendida e i tifosi sono molto appassionati. In questa edizione non li potremo avere sugli spalti ma ci seguiranno da casa e spero di poterli far divertire”.
Redazione MotoriNoLimits