Ultimo giorno di #fase2. Ultimo giorno in cui si può circolare solo nella propria regione. Nel male di questa pandemia, ieri ho approfittato di questo evento storico per poter visitare Venezia quasi in solitudine. La città veneta solo per i veneti. E che ce ne frega a noi starete pensando? In realtà qualcosa può essere interessante. Vedere Venezia ancora dormiente, con molti hotel, ristoranti e negozi ancora chiusi è stato un pugno al cuore. Non tutti per fortuna. Perché dietro a ogni saracinesca abbassata c’è una storia, c’è chi ha perso il lavoro o dovrà ancora attendere per tornare alla vita di prima. Perfino i gondolieri erano calmi e avevano voglia di parlare, non affannati come succede di solito nel portare i turisti a scoprire Venezia da una prospettiva diversa da calli e callette. “Prima lavoravo 6 giorni su 7. Ora faccio il turno di due soli giorni la settimana. E’ dura, ma bisogna pur ri-iniziare da qualcosa, prima o poi tutto tornerà ad essere come prima. Ghe voe speranza”.
Ripartire. Ri-iniziare. Speranza. L’alternativa quale è? Starsene a casa ? Aspettare che una bacchetta magica dall’alto cancelli di colpo 4 mesi durissimi? No. E, come ho visto comunque tante attività riaprire e rimboccarsi le maniche in queste settimane, anche lo sport finalmente si rimette in moto. E’ difficile ripartire nei confini nazionali, un casino per quegli sport globali che viaggiano da uno Stato all’altro. E’ quindi sotto questo aspetto, il ri-inizio, il voler riprendere, che dobbiamo accogliere con grande gioia il fatto che si correrà il GP di Monza di F1.
Anche se a porte chiuse. Ovviamente è un grosso dispiacere pensare alle tribune vuote, ma per l’Italia far vedere che Monza ospiterà il GP sarà importantissimo. C’è un segnale da mandare. Non siamo gli appestati che tutti credono. C’è un indotto che a Monza respirerà. Noi tifosi dobbiamo esserne contenti. Abbiamo tutto quello che la tecnologia ci offre per stare comunque vicini durante il gran premio. Sarà diverso ma sarà un gran premio.
La F1, la cui pandemia ha smascherato la crisi strutturale già ovvia a molti precedentemente, non può permettersi un 2020 statico. Lo stiamo vedendo in questi giorni. Licenziamenti e sponsor che se ne vanno. Ripartiamo. Noi appassionati abbiamo molti modi per stare vicino alle scuderie che ci piacciono o ai piloti che tifiamo. Nel caso ci incazzeremo se finirà tutto all’italiana, e spero vivamente di no, con gente che magari entrerà perché super VIP, l’amico dell’amico sottobanco o con pass e cariche lavorative inventate. Ma, come diceva quel gondoliere ieri, “Ghe voe speranza…”. Ci vuole speranza.