Sono deluso. Vai ad ascoltare gli insider e fidati anche. La Ferrari doveva essere super rossa, ma non troppo. Meno opaca, ma più lucida. Il tricolore ovunque… Cavolo, la presentano a Reggio Emilia dove è nato il tricolore vuoi che non ci sia un bel tricolore… magari come negli anni di Lauda. E poi il font dei numeri. Da giorni vedo le immagini di Gilles Villeneuve col numero classico Ferrari vergato in stile fine anni 70. Solo lui. Che importa se quella grafica poi è stata usata fino ai tempi di Michael Schumacher. Questa incessante voglia di dover far sempre i richiami al passato per creare miti attuali che non vogliono sbocciare o fanno a fatica a farlo alla lunga diventa anche un poco noisa e depauperante.
Insomma, diciamocelo chiaro. Leclerc non sarà mai Gilles Villeneuve e Vettel non sarà mai Schumi. I due non saranno mai né Alboreto, né Prost, né Mansell, tanto per citarne alcuni che hanno corso con quel font di numero. Inutile dire in TV che i numeri sono grandi come quelli di Gilles quando in realtà da quest’anno lo sono per motivi regolamentari. Sì, quest’anno dovranno essere più grandi visto che ormai il pilota non si vede più.
Sono il primo ad amare l’oldschool F1, ad amare i richiami del passato e a non volerlo farlo morire, ma forzare la mano, voler indurre una finta nostalgia, se non c’e di base, non porta a nulla. Come quando leggo che Leclerc dovrebbe per forza prendere il 27 a tutti i costi. È piu rossa, dice Vettel. In realtà sa bene anche lui che oltre i numeri, oltre gli insider che giocano a chi, in un lungo inverno, l’ha sparata piu giusta su forme e dimensioni, conta sempre la pista per creare un ricordo, un mito. Gilles lo è stato per quello che ha fatto in pista e lo sarebbe stato con qualsiasi font.
In bocca al lupo a Seb e Charles, un quattro volte campione del mondo e una promessa ormai più che concreta, che la loro storia l’hanno fatta, la fanno e la faranno distante da figure ingombranti del passato.
Riccardo Turcato