Anche oggi, da Davos questa volta, Greta Thunberg non ha mancato di dirci quanto siamo brutti, sporchi e cattivi noi della generazione precedente alla sua. “Non dobbiamo abbassare le emissioni. Dobbiamo annullarle”. Chissà quante ne avrà prodotte lei spostandosi dal suo nord Europa a Davos, cavolo iniziare con una video conferenza sarebbe già un primo passo! Resta il fatto comunque che qui siamo sotto attacco. In questo sito parliamo di automobili e moto e quindi facciamo riferimento per ora solo a questa categoria.
Abbiamo visto la settimana scorsa come ancora una volta l’automobile sia designata dai sindaci come il mezzo più inquinante delle nostre città. A Roma siamo arrivati all’assurdità di stoppare le auto diesel Euro 6. Poi magari a Torino si scopre che metà delle caldaie di casa della città sono vecchie e non vengono mai controllate. Di fatto siamo sempre più entrati nel vortice delle auto elettriche, viste come unica via per salvare il pianeta. Chissenefrega poi di come faremo a produrre l’energia elettrica necessaria a tutti per far usare l’automobile. Proprio in riferimento a questo fatto mi sono imbattuto in un articolo di Doug Nye. Storico dell’automobile. Inglese. Attualmente il più autorevole al mondo. Se non mi credete potete controllare il curriculum. Ebbene Doug scrive nero su bianco delle cifre che vanno lette, pensate e una buona volta capite.
“Il nemico delle auto elettriche è il peso delle batterie che ne influenza la performance. Ricaricare una vettura elettrica, richiede sei volte il tempo di fare il pieno di una normale vettura a carburante. Per rimpiazzare una tipica stazione di servizio sull’autostrada a 20 pompe, con equivalenti punti di ricarica elettrica veloce, per non stare fermi più di 10 minuti (equivalente del rifornimento normale), servirebbero 120 super-ricaricatori da 120 kilowatt che richiederebbero 14.4 megawatt di stazione elettrica ad alimentarli. L’equivalente richiesto in energia da 32.000, trentaduemila (!), abitazioni. E questo solo per una stazione. Mica possiamo avere solo una stazione con punti di ricarica se domani tutti iniziassimo a guidare l’auto elettrica.”
Ora capite che c’è qualcosa che non va. Quel qualcosa è proprio come fare a produrre tutta questa energia elettrica. Ci riempiamo di centrali nucleari? Potrebbe essere un’idea. Ma poi Greta e compagni comincerebbero a inveire contro le scorie. Credete che basti l’eolico o qualche pannello solare? Oppure come hanno scritto sui social quelli dei 5 stelle, l’energia idroelettrica? E poi, lo smaltimento delle batterie esauste, nessuno ne parla mai. Come sarebbe gestito?
Doug fa notare una cosa proprio riguardo le batterie: “Se tutti i 38.4 milioni di veicoli registrati in Inghilterra fossere elettrici a batteria, con ogni veicolo avente a bordo 700 kg minimo di litio, cobalto e nickel, rapportato questo numero a tutto il mondo, ce ne sarebbe abbastanza per tutti? E chi va a scavare in miniera? Con problemi di costi ed ecologici. Gli analisti della VW hanno previsto un incremento del costo del cobalto del 42% nei prossimi anni”.
Doug si chiede ancora: “La tecnologia a idrogeno sembra essere dimenticata. Si potevano percorrere 300 miglia con un serbatoio di 74 litri rifornibile in 3 minuti”. Ecco che fine ha fatto l’auto a idrogeno? Quasi nessuno ne parla più. Tutti a parlare di auto elettrica. Perfino la smart ci scherza sopra. Avete visto la loro ultima pubblicità? Occhio ad andare distante con l’auto elettrica che magari non trovate stazioni di ricarica. Non fate molta strada. Rimanete in città! Perché andare lontano? Sai, prendo una macchina per stare in città, allora cara smart cavolo mi prendo sì una bicicletta che inquina ancora meno! Ci sarebbe da riderci su se, a ben pensarci, la cosa, almeno per chi scrive, risulta essere seria e sconfortante. Senza contare che questi spot denotano anche una mancanza di rispetto proprio verso i loro clienti – che si prendono degli idioti semplicemente perché pensavano di poter viaggiare con la loro auto. Ah, c’è dell’altro se già questo non bastasse: se vivi in Italia non hai bisogno di andare su una montagna sperduta per avere problemi a trovare le colonnine di ricarica…
L’impressione è che ormai i grandi Costruttori abbiano deciso: l’elettrico sarà la strada del futuro. Noi aspettiamo e speriamo che da qui a qualche anno qualcuno inventi qualcosa per produrre tutta l’energia necessaria che servirà ad alimentare le nostre future auto. Oppure possiamo sempre tornare a casa e non avere elettricità. O quello o il nucleare. La scelta, pare banale, ma sarà ovvia. E noi italiani col nucleare siamo tagliati fuori. Mentre certi vicini europei lo usano. Anzi, pensate, in bolletta paghiamo Enel anche per fare ricerche per il nucleare da vendere poi all’estero. Siamo i soliti furbi.
Riccardo Turcato