Mai avuto feeling con i numeri, grazie alla maestra delle elementari che ci faceva contare con le dita. Anche adesso pensando al mio amico Michele Alboreto… 25 aprile 2001, quanti anni sono passati? Diciotto, una marea, eppure è come fosse oggi. Ti penso ogni giorno, sei in ogni cosa che faccio e in ogni decisione che prendo. Ascolto spesso le registrazioni delle nostre chiacchierate, quando dovevamo fare il pezzo per F1 Racing e poi partivamo per voli pindarici e mi raccontavi di tutto, della F1 che avevi vissuto, della gente che ne faceva parte, dei retroscena, del presente e dei progetti. Ogni tanto mi chiedo come saresti oggi, sicuramente sempre pieno di energia e in prima linea per la sicurezza e per i giovani. Tu porteresti a termine gli incarichi e gli impegni. Ma chissà quante cose non ti andrebbero giù di questo mondo, quante ne diresti senza peli sulla lingua. Sono certa che continueremmo a scriverlo.
Stanno arrivando i giorni che odiavi, quelli dei troppi amici morti, del tuo amico Ayrton, per il quale hai lottato come un leone durante il processo, perché “gli amici” non avessero vita facile e le responsabilità non venissero affossate. Ma quante menzogne, vero? Un’abitudine diffusa, purtroppo, ne sappiamo qualcosa. “Ricordati che in F1 il più sano ha la rogna” mi ripetevi spesso e avevi proprio ragione, ma io amplierei al motorsport e al mondo dell’auto in genere, sempre con le dovute eccezioni, per fortuna, perché le persone belle, oneste e pulite ci sono sempre.
Mi sembra di vederti ridere perché sono qui come una cretina che non solo parlo con te come faccio spesso, ma scrivo pure e poi il tasto “pubblica” lo schiaccio, tranquillo. Ormai a 55 anni suonati ho imparato a fregarmene, a dire sempre quello che penso anche se scomodo, a essere solo me stessa, coi miei bei capelli bianchi, come te ed Ermanno – ma il più bello e il più giovane di noi tre sei sempre tu, non ci piove! 55 anni, proprio come quelli che avresti compiuto tu pochi mesi dopo, a dicembre… Sì, ho capito, mi stai dicendo che sono più vecchia di te e mi tocca pure darti ragione! Non ci sono più quel giornale e quell’ufficio, c’è tutta roba nuova – tranne me, ok… – ma il piede è sempre affondato sull’acceleratore, come mi hai insegnato. Una fatica boia – me la sono proprio andata a cercare, lo so – una 24 Ore di Le Mans senza fine, ma le soddisfazioni non mancano, soprattutto c’è una bella squadra e tu ne sei parte integrante. Ti aspetto sempre.
Barbara