Scrivere il proprio nome e cognome in bella vista ai lati del casco era cosa usuale per molti giovani rampanti piloti dell’epoca oldschool. Lo facevano per essere da subito riconoscibili. Un’arma a doppio taglio. Se facevi bene venivi notato e il nome finiva nei taccuini dei team manager. Se facevi male il nome veniva scartato. Oggi ci sarebbero Instagram, social e PR per queste cose. Allora invece parlava la pista e il casco doveva essere una carta d’identità distinguibile.
Lauda uomo concreto, il primo computer come lo definivano le cronache di allora, non sfuggì a questa moda. Elmo rosso e NIKI LAUDA in bianco ben riconoscibile a richiamare i colori austriaci. Nient’altro, a parte gli sponsor ovviamente. Niente fronzoli. Il casco di Niki non è mai cambiato fino al suo ritorno in F1, con la McLaren, dopo la pausa che si prese perché si era stufato di girare in tondo. Al ritorno nel Mondiale il casco era bianco con una grande L rossa del logo della propria compagnia aerea, la Lauda Air. Colori che vennero successivamente invertiti quasi a voler ritornare alle origini.
Ma le origini appunto sono quelle che ci legano di più a Lauda. Niente è più emozionante nel vedere un pilota indossare il proprio elmo prima di scendere in pista. Nessuno avrebbe pensato di veder rifare quel gesto a Niki dopo l’incidente del Nurburgring, ma lui ci ha insegnato cosa vuol dire la forza di volontà e la passione per il proprio lavoro. Esiste una F1 pre e una F1 post rogo del Nurburgring. E il casco di Lauda, bruciato prima, re-indossato poi, è un vero e proprio manifesto sportivo che rimarrà per sempre nella storia da tramandare di padre in figlio, da appassionato ad appassionato.
In edicola potete trovare il casco di Lauda nella collezione “I caschi dei più grandi piloti di sempre” edita da Centauria (uscita 13, 12,99 euro). Il casco 1:5 di Spark è la versione del 1977, quella del ritorno in vetta al mondo. Una stagione gestita al meglio con solo tre vittorie ma tanti piazzamenti contro la Wolf di Scheckter e le Lotus di Chapman che iniziavano la rivoluzione dell’effetto suolo. Una stagione da computer appunto. Una stagione, l’ultima in rosso, dove decise di accettare la proposta di Ecclestone e la Brabham con la benedizione della Parmalat.
Ora Niki non indossa più il casco, ma il capellino rosso. Noi speriamo di rivederlo presto ai box dopo questi mesi difficili per problemi ai polmoni. In bocca al lupo Niki, noi siamo qui che ti aspettiamo! Nota a margine che interesserà i collezionisti: con questa uscita si possono trovare le decals per poter completare il casco di Gilles Villeneuve uscito in precedenza.
Riccardo Turcato