Uno dei momenti giornalisticamente più attesi è sicuramente quando lo storico TIME dedica la copertina di Natale al personaggio dell’anno. Mentre in questi giorni sfogliavo e controllavo i nomi e i motivi scelti per il 2018, nel mio piccolo, ho pensato chi quest’anno nel mondo dei motori, e nella F1 in particolare, potesse essere scelto come personaggio dell’anno. Devo dire sinceramente che la scelta di Toto Wolff è stata semplice. Direte voi… Facile, vince da 5 anni. La macchina migliore, il pilota migliore, ecc…
Ecco. Fermiamoci un momento e proviamo a capire cosa vuol dire essere la punta dell’iceberg di un’organizzazione che, a inizio 2018 vinceva, o meglio dominava, già da diverse stagioni lasciando le briciole agli avversari. Continuare a tenere motivato un ambiente dopo tante vittorie non è affatto facile. Prima o poi la mente dell’uomo, seppur vogliosa di migliorarsi sempre, lascia spazio a un leggero rallentamento, a un appagamento che sarebbe fisiologico e capibile. Chi ha fatto sport sa che succede. In un mondo poi estremo e competitivo come il motorsport il tutto è molto più difficile e stressante.
Nella Mercedes comandata da Toto questo non è successo nonostante la stagione 2018 sia stata la più difficile degli ultimi anni. Ha dovuto riorganizzare la struttura tecnica del team. Ha perso a metà stagione Niki Lauda e di colpo si è trovato da solo in quella seggiola dentro ai box. La mancanza di Niki, per intelligenza e carisma, non è stato un momento facile da gestire. Consideriamo poi che, a differenza magari della Ferrari che fa della F1 la sua colonna vertebrale, in Mercedes chi siede nel board pretende i risultati per giustificare certi investimenti.
Toto ha capito come gestire al meglio Lewis fuori dalle piste per spremerne poi le sue potenzialità nei weekend di gara. Ha chiarito con Bottas lo status di numero 2. Si è trovato a prendere decisioni che, come in Russia, col senno di poi gli hanno dato ragione. Per buona pace delle finte verginelle dei social e di certi tele-raccontatori. Ha nel suo portafogli piloti come Russel e Ocon. Ha preso Vandoorne per la Formula E, guardando anche al campionato elettrico, e come team tiene in grande considerazione il campionato virtuale di F1 con una squadra di ragazzi organizzata ad altissimi livelli. Una visione a 360° che altri in questo momento non hanno.
Toto Wolff secondo me è il personaggio in più che è mancato alla Ferrari nel 2018 in tante occasioni decisive. Ha gestito alla perfezione perfino la storia, per lo più additata e gonfiata oltremodo ogni fine settimana da taluni nel Bel Paese, dei fori nei cerchi non mettendo mai a rischio di reclamo il team e il marchio di Stoccarda agli occhi del mondo. Ecco, se per voi tutto questo è poco e normale, allora mi sa che crederete anche alla terra piatta…
La contro-copertina invece la voglio dedicare a Zak Brown. Chi ha a cuore la F1 spera di rivedere prima o poi la McLaren lottare là davanti. Quindi chissà che il 2019 sia un anno di svolta per il team inglese e che riesca finalmente a uscire dalle sabbie mobili della mediocrità in cui è scivolato. Però il 2018 è stata innegabilmente una delusione assoluta per il CEO McLaren. Interrotta la collaborazione con Honda, che non piaceva ad Alonso e troppo legata al management precedente, la partnership con Renault era stata venduta come panacea di tutti i mali ai cattivi risultati del team. Invece ci siamo ritrovati a commentare una stagione imbarazzante. Nel suo account twitter avrà anche scritto nella bio “businessman e marketer”, ma la livrea della McLaren era tra le più spoglie dell’intero Circus iridato. Unica nota positiva, l’accordo con Coca Cola nelle ultime gare e non è chiaro se la cosa resterà valida anche il prossimo anno.
Bisogna ritornare a pensare e respirare F1 al 100% senza distrazioni Indycar o endurance. Senza twittare occhioni dolci e smancerie ad altri marchi concorrenti. E’ stata stravolta la coppia di piloti con Sainz spagnolo al posto dello spagnolo e Norris giovane promessa che va gestita (anche se onestamente sembra saperci fare benissimo da solo). Serve un progetto chiaro che spesso non abbiamo capito se ci fosse nel 2018. Nel 2019 cambiano molte cose. Speriamo tra 365 giorni di non essere qui a scrivere la stessa contro-copertina. Zak riporta su twitter di avere sangue McLaren nelle vene… Forse è ora di concretizzare quest’anima e questa convinzione per diventare predatore e non preda.
Riccardo Turcato