In Giappone un altro weekend nel segno della Mercedes e di Lewis Hamilton, che si avvia verso il quinto Titolo mondiale. Un fine settimana non favorevole alla Ferrari (che chiude anche alle spalle delle due Red Bull), da cui emerge nervosismo sia nei suoi piloti sia all’interno del team. Certamente non posso condividere le dichiarazioni del team principal. Una gara condizionata da due contatti con Verstappen in cui sia Raikkonen sia Vettel hanno riportato alcuni danni, ma non utilizzerei questa scusante per giustificare una prestazione opaca poiché Vettel è riuscito comunque a fare il giro più veloce in gara proprio sul finale.
Ancora una volta non c’è stata un’uniformità nelle penalità poiché l’episodio tra il tedesco e l’olandese non lo catalogo come semplice contatto di gara: il ferrarista era ormai all’interno con più di metà macchina e Verstappen avrebbe potuto allargarsi, soprattutto dopo quanto successo con Raikkonen (ancora una volta non incisivo) per cui aveva già ricevuto 5s di penalità (forse anche troppo pochi). Ci vuole più uniformità, indipendentemente dal nome del pilota.
Una Mercedes che archivia Suzuka con un’altra doppietta. Ha nuovamente dimostrato di poter gestire al meglio ogni circostanza e di poter dettare legge. Mancano quattro gare alla fine e solo la matematica non permette ancora di festeggiare l’ennesima stagione trionfale. Occasione persa in casa Toro Rosso, soprattutto dopo la bella prestazione in qualifica, vanificata da un errore di strategia. Resta viva la battaglia con la Sauber per l’ottavo posto, mentre Haas e Racing Point Force India recuperano punti rispettivamente su Renault (un solo punto con Sainz) e McLaren. Il miglior pilota del GP? Sicuramente Lewis Hamilton, perfetto in ogni circostanza.
Gian Carlo Minardi