Dopo la 77° pole sotto la pioggia di ieri, Lewis Hamilton ha conquistato la 67° vittoria in carriera, e la quinta della stagione, dominando il GP di Ungheria e chiudendo davanti alle Ferrari
di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, in un weekend che non sembrava favorevole alla Mercedes ma che poi si è rovesciato in qualifica. Per Hamilton una gara filata liscia fin dal via, in cui ha solo dovuto controllare, e che alla fine vede il suo vantaggio su Vettel da 17 a 25 punti nella classifica Piloti, 213 contro 189.
Una gara che sembrava decisa (e anche piuttosto noiosa, diciamolo), ma che si è improvvisamente rianimata a 6 giri dalla fine: davanti a tutti Hamilton e Bottas, dietro di loro le Ferrari, poi l’attacco di Vettel su Bottas alla curva 1, usando il DRS. Il finlandese ha provato a riprendersi la posizione alla curva 2 ma ha toccato Vettel, rovinando l’ala della sua W09. Il tedesco ha proseguito senza danni, con Kimi Raikkonen che ha seguito la scia passando a sua volta Bottas, che si è ritrovato da 2° e 4° in pochi metri.
Tre giri dopo, il finlandese di nuovo protagonista di un contatto questa volta con la Red Bull di Daniel Ricciardo sempre alla curva 1 mentre l’australiano era in fase di sorpasso. Bottas è stato poi cordialmente invitato via radio a cedere la posizione, onde limitare i possibili danni dell’investigazione a fine gara, per cui Ricciardo ha chiuso 4° (dopo essere partito 12°) e Bottas è provvisoriamente 5. Gran gara per Pierre Gasly, 6° con la Toro Rosso, davanti alla Haas di Kevin Magnussen, alla McLaren di Fernando Alonso (che festeggia quindi con l’8° posto il suo 37° compleanno, mentre il compagno di squadra Vandoorne si è ritirato), alla Renault di Carlos Sainz e alla Haas di Romain Grosjean a chiudere la top 10.
Arriviamo quindi al break estivo con la conferma di una stagione incerta e apertissima, con Hamilton e Mercedes davanti alla Ferrari, che qui in Ungheria ha però dimostrato di essere molto competititiva, veloce e affidabile, staccata di 10 punti dai rivali nel Costruttori (345 vs 335). Era un weekend particolarmente difficile, il lutto al braccio di tutti gli uomini Ferrari e sulle SF71H è stato un ostacolo psicologico importante che hanno saputo affrontare nel migliore dei modi. Il minuto di silenzio prima della gara ha unito tutto il paddock. Non riusciamo ancora a capire, però, perché anche oggi a fine gara, nell’intervista ai microfoni di Sky, non ci sia stato neppure un accenno da parte di Maurizio Arrivabene al presidente scomparso in settimana. In fondo sarebbe stato così normale dire “abbiamo corso per lui e questo doppio podio è un modo per ringraziarlo“. Come se tutti volessero dimenticare in fretta, troppo in fretta… 14 anni, non un giorno.
A proposito di Ferrari, standing ovation per Kimi Raikkonen che a inizio gara si è sentito dire dal team che non avrebbe potuto bere per 70 giri e con le temperature odierne perché non avevano collegato la borraccia: Iceman non si è sciolto e, anzi, sembrava più fresco di Hamilton! Ma così ci ha regalato un altro team radio memorabile (“We forgot to connect it Kimi, you will not have a drink.” KR: “Is it on? Is it empty the bottle or not.” Ferrari: “No, you will not have a drink”).
Anche se forse il premio oggi va a Max Verstappen dopo il KO del motore Renault subito dopo il via (“Can I not just go ahead, I don’t f***ing car if this engine blows up,” says a frustrated Verstappen. “What a f***ing joke all the time”). Christian Horner si aspetta le scuse di Abiteboul, dopo questo ritiro che segue quello di Ricciardo della scorsa settimana in Germania: ma, ci chiediamo, che cosa pretendevano dopo aver tenuto i francesi sulla corda per mesi e aver alla fine firmato con la Honda?
ULTIMO MINUTO: i commissari hanno deciso di penalizzare Bottas per il contatto con Ricciardo, dandogli una penalità di 10 secondi (più 2 punti sulla licenza), che non cambia niente ai fini della classifica, in quanto resta 5°. Possiamo dirlo? Queste decisioni stanno diventando sempre più ridicole…
Barbara Premoli