Con la vittoria di Hamilton e il quinto posto di Vettel è tornato il divario di 14 punti che c’era tra i due driver prima del GP del Canada. In Francia si è ribaltata nuovamente la situazione, questa volta in favore del britannico. E’ la conferma che siamo davanti a campionato combattuto sul filo di lana dove saranno gli errori a fare la differenza.
Questa volta è toccato al ferrarista compierne uno. Vettel è partito molto bene provando subito alla prima curva l’attacco ai danni di Bottas, arrivando però al contatto. Non bisogna farsi prendere dalla foga, soprattutto quando si corre su un tracciato in cui i sorpassi, come abbiamo visto, sono possibili. E’ stato un gran premio con diversi sorpassi e tra le seconde guide non si è fatto trovare impreparato Kimi Raikkonen che, oltre a portare punti importanti alla Ferrari, ha conquistato un bel podio dietro alla Red Bull di Max Verstappen.
Il Paul Ricard sulla carta era una corsa a vantaggio della Mercedes e i riscontri cronometrici di Hamilton ne sono stati una conferma, specie vedendo i tempi record segnati dal 23° al 26° passaggio. E’ stato ancora un weekend decisamente positivo per Charles Leclerc che ha regalato all’Alfa Romeo Sauber un punto importante nella ricorrenza del 108° compleanno della Casa milanese, dimostrando di essere ormai maturo per un salto di qualità.
Umori decisamente diversi in casa Williams e McLaren che stanno pagando pesantemente errori di valutazioni e di organizzazione. Inspiegabile la situazione della Williams che, nonostante possa contare sul fantastico motore Mercedes, non sta proseguendo gli sviluppi e la crescita che si era intravista negli ultimi anni. Certamente non è aiutata dai suoi due piloti. E’ evidente che i problemi McLaren siano da cercare al suo interno e la previsione indovinata di Alonso fa capire che siano ben consapevoli dei lori limiti. Sono tra i due team più blasonati della storia della F1 ed è molto triste assistere a questa involuzione.
Ora entriamo in un mese di luglio molto intenso e caldo con quattro appuntamenti (Austria, Inghilterra, Germania e Ungheria) racchiusi in cinque settimane in cui non ci sarà tempo per respirare, periodo alla fine del quale avremo un quadro molto significativo.
Gian Carlo Minardi