A chi è appassionato di auto, moto e storia il nome di Enzo Caniatti dice molto: giornalista e scrittore, direttore per anni di Gente Motori, Tuttomoto e Gentleman Collector fino ad Auto & Lusso. Ma oltre alla passione per i motori, Enzo ha sempre avuto quella per la storia, in particolare per la Seconda Guerra Mondiale (L’ultimo segreto di Hitler, L’ultima notte, Legione SS italiana, Il signor Wolf, Madame Gestapo, direttore di Secret History). Ma Enzo per me è ed è stato un maestro sorridente e saggio: le presentazioni, il GP a Monza, le nostre trasferte in auto insieme erano l’occasione per parlare di tutto, di lavoro, di vita, di storia. E così l’anno scorso, mentre andavamo a Torino insieme per la FIA Sport Conference, io gli racconto quello che mi raccontava sempre il mio papà e lui strabuzza gli occhi, perché la cosa darebbe davvero un nuovo corso alla storia. Purtroppo il mio papà non c’è più, ma c’era un amico, un signore che la Guerra l’aveva vissuta e ricordava bene quei fatti. Poi sono subentrati problemi, il lavoro che ci assorbiva e la gita sul Lago Maggiore l’abbiamo sempre rinviata. A ottobre il signor Ubaldo è mancato, tutti quei ricordi li aveva raccontati a me, quindi Enzo li avrebbe avuti solo tramite me e le mie registrazioni.
Poco fa chiama l’amico Enrico Farina, speravo per fare una chiacchierata o per parlare di Ginevra e invece mi dice che Enzo non c’è più. Se ne è andato questa mattina, a soli 66 anni. Questa non me la dovevi fare, Enzo, perché adesso mi manca un pezzo di vita in più. La voce allegra, il sorriso, anche quando le cose non erano al top, trasmettevi serenità e mi davi la carica. Ma ho capito… adesso tutta la verità su quel capitolo della nostra storia la saprai direttamente dai protagonisti. Chissà se è vero che dopo ci si ritrova… sarebbe bello che tu, il mio papà, il signor Ubaldo e Winston Churchill foste lì insieme, seduti sul prato davanti al lago di quella villa… un giorno racconterete tutto anche a me. Mi mancherai tanto e farò tesoro di ogni momento insieme. Per questo non ho scelto una foto “seria” ma un nostro selfie… e quanto ridere prima di riuscirci, ricordi? Vorrei avere quella forza di ridere adesso. Ciao Enzo, e un grande abbraccio alla tua Jolanda.
Barbara