La FIA ha respinto l’appello della Ferrari contro la penalità di 10 secondi inflitta a Sebastian Vettel nel GP del Messico, che l’ha fatto retrocedere dalla 3° alla 5° posizione. I tre commissari del GP, che si sono riuniti in una teleconferenza giovedì assieme a rappresentanti di Ferrari e Red Bull, hanno deciso che non ci sono elementi, nonostante quanto sostiene la Ferrari. La FIA ha svelato che le argomentazioni Ferrari si basano su due punti. Primo, il direttore di gara Charlie Whiting aveva il “potere” di ordinare a Verstappen di cedere la posizione a Vettel. Secondo, che i dati del GPS rappresentavano un “nuovo elemento” nel caso. Ma secondo i commissari niente di tutto questo. Così si legge nel comunicato FIA:
“In relation to the matter of the Race Director having the “power” to instruct the driver of Car 33 to give back the alleged advantage, we note firstly that the relevant article gives the Race Director “absolute authority” to allow the driver to give back a position.
“It does not imply an obligation to do so. The fact that the Race Director did not exercise his discretion is not relevant to the decision taken in Document 38.
“In relation to the GPS data, we note that this data is available to teams during the race. It is also available to, and referred to by, the stewards, in the Stewards Room during the race.”
La FIA ha aggiunto che Jock Clear, rappresentante Ferrari nella teleconferenza, ha ammesso che i dati del GPS non contraddivano il verdetto originario dei commissari. Ovviamente adesso tutte le parti coinvolte possono presentare appello. Andrà avanti ancora questo teatrino?
Barbara Premoli