Un GP d’Austria affascinante, con colpi di scena fino all’ultimo giro. Rosberg era riuscito a portarsi in testa partendo dalla 6° posizione e stava assaporando il successo. All’ultimo giro è arrivato leggermente lungo, essendo in debito di ossigeno sul fronte pneumatici, ma anche la manovra di Hamilton mi è sembrata alquanto aggressiva. Mi sarei augurato non arrivasse alcuna sanzione (e invece i commissari FIA hanno inflitto a Rosberg 10 secondi di penalità – che non hanno inciso sul 4° posto finale -, 2 punti sulla patente e una reprimenda per aver continuato a girare con l’ala rotta, in condizioni pericolose): sono incidenti di gara che in una corsa come questa ci possono stare. Se proprio volevano arrivare a una penalizzazione, avrebbero dovuto dividerla in egual modo tra i portacolori Mercedes, attribuendo così la vittoria a un ottimo Verstappen che, ancora una volta, ci ha regalato bei sorpassi, insidiandosi al secondo posto.
Sottotono ancora la Ferrari che ha osato decisamente troppo pur di provare ad annullare uno stratosferico gap con la Mercedes, tenendo in pista troppo a lungo Vettel. Il tedesco ha visto così esplodere il suo pneumatico posteriore al 27° giro. Niente di che da parte di un Raikkonen sempre poco aggressivo, che sul finale non è riuscito a impensierire Verstappen in difficoltà con le gomme che avevano già percorso 55 giri. Ma comunque arrivato sul terzo gradino del podio.
In casa Mercedes Toto Wolff avrà il suo bel daffare per placare gli animi. Il rapporto tra Nico e Lewis è ai minimi storici. Ci aspetta un mese di luglio incandescente con quattro gran premi racchiusi in appena 5 weekend. Da un lato è bene tornare subito in pista, anche se non c’è il tempo per raffreddare gli animi.
Umore ben diverso in casa McLaren, Haas e Manor che conquistano punti importanti. Molto bravo Jenson Button che ha saputo ottimizzare molto bene i suoi pneumatici e la sua macchina, portandola al traguardo in 6° posizione, mentre la Manor conquista il suo primo punto mondiale grazie a Pascal Wehrlein.