Per ricordare il loro amico Jules Bianchi, questo weekend tutti i piloti avranno sulle monoposto l’adesivo #CiaoJules. Dopo i funerali di ieri a Nizza, con moltissimi colleghi di F1 e GP2 presenti, oggi si sono lette alcune dichiarazioni. “E’ stato estremamente commovente”, ha detto Nico Rosberg alla Bild. Sorprende la dichiarazione di Nico Hulkenberg: “E’ stato il primo funerale cui sono andato. Incredibilmente emozionante e sereno”. Presente anche il presidente della Grand Prix Drivers’ Association Alex Wurz (tra i “saggi” dell’accident panel che hanno assolto da ogni responsabilità la FIA nell’incidente del 5 ottobre, addossando la responsabilità a Jules…), che ha sottolineato che nessuno ha spinto i piloti a intervenire alla cerimonia. “La presenza dei piloti è venuta dal cuore, nessuno li ha convinti a venire. Tutti sappiamo che la vita di un amico e collega è più importante di un podio”.
E un altro motivo di tanti presenti, come ha detto il manager e amico Nicolas Todt, è la personalità di Jules: “Era così naturale, umile. La F1 è una professione complessa, spesso si perde il contatto con la realtà, ma lui è sempre rimasti umile e gentile con tutti, questo lo rendeva diverso dagli altri”.
Bianchi aveva un enorme potenziale che non ha potuto esprimere e, stando alle dichiarazioni di Montezemolo e Domenicali negli ultimi giorni, sarebbe stato destinato a un futuro un Ferrari. Roberto Merhi, il suo successore alla Manor Marussia, ha detto che la tragedia di Bianchi come quella della colladatrice Maria de Villota, è un enorme dramma per il team. “Non lo meritavano. Sono un grande team che ha avuto una grande sfortuna con gli incidenti di Jules e Maria”, ha detto al giornale spagnolo Marca. “Mi spiace per il boss John Booth, che è un manager eccellente, uno dei migliori in F1. Per me Bianchi era il pilota più completo della mia generazione. Ricordo quando arrivò a una gara di kart nel 2002 a Vendrell, in Spagna, senza conoscere il circuito, ma fu subito un missile. Nel 2009 ha vinto la F3 euro series con un’ottima macchina, ma stracciò tutti, inclusi Bottas e Ricciardo”. Possiamo dirlo? Lo diciamo… davvero inutile e fuori luogo questa autodifesa del team da parte di Merhi. Saranno i suoi 24 anni. Così contrastanti con i 25 di Jules. #CiaoJules
Barbara Premoli