Il papà di Jules Bianchi non esclude un’azione legale contro i responsabili del terribile incidente di 5 mesi fa a Suzuka. Da dicembre non erano più giunte notizie ufficiali dalla famiglia di Jules, ma Philippe Bianchi dice che è perché c’è poco da dire. “Jules è ancora in coma“, ha detto a La Gazzetta dello Sport. “Finché non si sveglierà l’unica cosa che possiamo fare è aspettare. Serve pazienza, tanta, ma è difficile sapere che in qualunque momento potrebbe arrivare una telefonata terribile dall’ospedale. Dobbiamo essere forti, come Jules e per Jules. Finché sarà in questo stato, i medici non possono dire niente. Potrebbe svegliarsi oppure no. Penso che lo farà, dato che non ha lottato con noi così a lungo per niente“.
E poi si pensa alla Formula 1, alla nuova stagione alle porte: questo weekend le monoposto scenderanno sulla pista di Melbourne, dove un anno fa c’era anche Jules. “Cosa si può dire? The show must go on, bisogna accettarlo, è la vita“.
Ma la famiglia Bianchi non è pronta per mettere la parola fine sul capitolo Suzuka, anche se la FIA ha concluso le indagini. E Philippe ha detto che la famiglia si è rivolta a un avvocato. “Non sappiamo ancora cosa faremo, ma di certo non è stata una normale situazione di gara. Se c’è un responsabile, dovrà pagare, senza dubbio“.
Torna un ricordo: marzo 2013, ero in visita alla Sparco e le sarte stavano lavorando in modo forsennato, in una lotta contro il tempo, per preparare le tute di Jules e spedirle in Australia, per il suo debutto in F1. Fu un’emozione forte vederle lì, sotto le macchine da cucire. Una foto fatta al volo col telefonino e mandata per fargli vedere in anteprima la sua tuta, e il suo entusiasmo. Indimenticabile. E doloroso, oggi. Ma la pensiamo come Philippe: se Jules lotta e non si è arreso un motivo c’è. Continuiamo a crederci, tutti. #ForzaJules
Barbara Premoli