Tra una settimana i team riaccenderanno i motori, dando il via alla seconda quattro giorni di test collettivi. Dopo l’inaugurazione sulla pista di Jerez, la Spagna farà nuovamente da sfondo alle prove del Circus, da giovedì 19 fino a domenica 22 febbraio. Questa volta sarà il Montmelò a ospitare le monoposto, teatro del quinto weekend (nonché prima tappa europea) del Mondiale di Formula 1 2015.
Dopo la prima sessione, le scuderie si sono rinchiuse nei propri Quartieri Generali con l’obiettivo di analizzare i dati raccolti e programmare i nuovi test. Un anno di sviluppo della tecnologia ibrida ha già dato i suoi frutti: le monoposto sono più veloci di 3” rispetto alla prima uscita di 12 mesi fa. Il lavoro all’interno dei team è intensissimo, dovendo ottimizzare il potenziale delle nuove vetture.
“Una volta rientrati a casa si devono analizzare le migliaia di dati raccolti in pista per confrontarli con quelli riscontrati alla galleria del vento e per mezzo del simulatore. C’è poi il problema che, se il programma dei test non è stato completato, si dovrà pianificare al meglio il test successivo, che diventerà inevitabilmente più complesso”, commenta Gian Carlo Minardi sul sito www.minardi.it.
Il manager faentino ha vissuto con il suo Minardi Team, per oltre vent’anni, la fase di battesimo e sviluppo pre-stagionale. “In questi 15 giorni che separano la prima uscita ufficiale dalla seconda, il lavoro sarà sviluppato parallelamente sull’introduzione di novità aerodinamiche e sul miglioramento dell’affidabilità generale della monoposto, cercando soluzioni appropriate ai problemi di affidabilità accusati nella passata stagione. Per esempio, la Mercedes mi ha dato l’impressione di aver lavorato in questa direzione, concentrando il lavoro sull’elettronica e sulla meccanica del cambio; lo stesso crash del cambio accusato nella terza giornata pare una conseguenza di un test di stress voluto”, prosegue l’ex-costruttore.
I test sono eventi preparati meticolosamente dai team che vanno in pista con programmi definiti e studiati giorni per giorno. “Si segue sempre una scaletta di lavori, programmata dallo staff tecnico intorno a una scrivania e finalizzata sia alla vettura sia al pilota: i programmi possono essere stravolti solo se si presentano gravi problemi tecnici. Questo spiega perché ciascun team sembra agire senza alcun interesse alla competizione con gli altri avversari. In questa fase, di norma il Team Principal ha un ruolo marginale. Pertanto è facile incontrare i patron dei team in giro per il circuito a seguire il lavoro in pista dei propri piloti. Questo succede soprattutto nelle squadre minori, quando si hanno nelle proprie fila piloti giovani o con poca esperienza. Simpatica proprio l’immagine di Franz Tost, il Team Principal della Scuderia Toro Rosso, che ha puntato su due esordienti come Verstappen e Sainz Jr, che si aggirava per il tracciato di Jerez”.