Che gara! Nonostante la partenza alle 21.00 non c’è stato modo di appisolarsi durante i 56 giri del GP degli USA a Austin, con moltissimi sorpassi, dal via alla bandiera a scacchi, contatti, ruotate, una safety car e la vittoria di Lewis Hamilton, quinta consecutiva, 10° della stagione, 32° in carriera (nessun pilota britannico come lui) e la decima doppietta Mercedes (come la McLaren nel 1988).
Partito in testa dalla pole, Nico Rosberg è stato passato nel giro 24 dal compagno di squadra, che non ha mollato di un centimetro, reagendo alla grande alla pressione psicologica, specie dopo aver perso la pole ieri. Il tedesco ha sicuramente sprecato la grande occasione, ma oggi è venuto fuori il Campione che in gara tira fuori quel qualcosa in più.
Terzo Daniel Ricciardo, per l’ottava volta sul podio in questo 2014 (incluse le tre vittorie), una bella soddisfazione per l’australiano, la cui prestazione stride con quella dell’ormai ex-Campione Sebastian Vettel che, partito dalla pitlane, nella prima parte di gara sembrava guidasse… una Caterham con i colori RBR!
Il tedesco è riuscito poi a rimontare fino alla 6° posizione, prima di essere passato da Alonso (sulle soft e meno usate) e di dover effettuare la quarta sosta. Dalla 14° posizione, grazie alle soft nuove, è risalito fino alla 7° finale, salvando in qualche modo un pomeriggio davvero difficile.
Ma torniamo a Ricciardo. Scattato lento al via, ha perso quattro posizioni, rimontando fino al 6° posto nel corso del primo giro, fermato dalla safety car, quando il pilota della Force India Sergio Perez ha commesso un errore da principiante, urtando la Ferrari di Kimi Raikkonen e finendo contro la Sauber di Adrian Sutil.
Alla ripartenza, il pilota della RBR ha passato Alonso conquistando la 5° piazza, prima di superare entrambe le Williams nei pitstop e conquistare il 3° posto.Massa e Bottas comunque soddisfatti del 4° e 5° posto di oggi, soprattutto in ottica Costruttori (e Felipe, che al restart ha passato un Valtteri non brillantissimo oggi, non si è risparmiato la frecciata contro la Ferrari, dicendo che hanno portato a casa più punti… 238 contro 196).
Ottava la McLaren di Kevin Magnussen, con la Lotus che ha conquistato il primo punto da Monaco grazie al 10° posto di Pastor Maldonado. Il venezuelano, che si è preso due penalità per aver superato i limiti di velocità e autore di qualche mossa al limite del regolamento nelle fasi finali, ha chiuso 9°, dopo aver passato Jean-Eric Vergne all’ultimo giro, ma poi è stato retrocesso per via dei 5 secondi di penalità. Nono, quindi, il francese della Toro Rosso Vergne, che è comunque under investigation per il contatto con Romain Grosjean nel sorpasso all’interno alla curva 1 a 6 giri dalla fine. Vergne e Maldonado uniti oggi da una gara grintosa, a volte rude ma che ha fatto divertire, e anche da 5 secondi di penalità per aver superato il limite di velocità quando erano dietro la SC.
Undicesimo, anche se protagonista anche oggi di troppi errori e continue lamentele via radio, Grosjean, davanti alla McLaren di Jenson Button, protagonista di bei duelli e poi scivolato indietro nelle fasi finali, ma anche di uno scambio di battute pungenti col team, dopo che gli era stato detto di rientrare per il pitstop, per poi farlo restare fuori ancora facendo invece fermare Magnussen.
Gara no, rovinata molto probabilmente anche dal contatto con Perez al primo giro, per Kimi Raikkonen che non ha più recuperato, chiudendo 13°, davanti solo alla Sauber di Esteban Gutierrez e alla seconda Toro Rosso di Daniil Kvyat.
Considerazioni a margine del GP? Un gran Ricciardo, considerando le difficoltà innegabili della RB10, che prima del via aveva promesso il terzo posto e, nonostante lo scivolone iniziale, l’ha portato a casa, un ragazzo che mantiene le promesse. E che quindi si taglierà quell’improbabile barba che l’ha accompagnato qui ad Austin. Barba che è spuntata anche sui visi dei protagonisti della telenovela-mercato, Vettel (che, guarda caso, ha una macchina che va “a carbonella” e sembra diventato di colpo molto più grande della sua età… sentirà già la responsabilità Ferrari?!?) e Alonso, che sembra la taglierà quando arriverà l’annuncio ufficiale – ma non è ancora il momento.
Fernando che nel dopo-gara è sereno e difende l’importanza dei punti, che valgono tanti soldi, per il bene della Scuderia, ma che non risponde alle domande dirette sui duelli proprio con il duo McLaren.
E qui si entra davvero nel mistero: noi stentiamo ancora a credere che Ron Dennis, Honda o non Honda, ci possa convivere con lo spagnolo. Ma, a quanto si è percepito oggi, dalla tensione molto più che latente, il predestinato a lasciare comunque Woking sembra proprio essere Jenson Button. Età o non età, secondo noi un bell’errore, per l’esperienza (che oggi si è vista nei diversi duelli in pista) e per il valore in termini di marketing perché dicono tutti che gli sponsor stravedano per lui. Magnussen potrebbe essere un altro passo falso, tipo Perez nel 2013. E arreso all’idea di essere fuori dai giochi è anche Adrian Sutil che secondo noi merita più di tanti altri, sicuramente più di Ericsson, fresco di nomina per il 2015, o di Gutierrez che piacerà anche alle ragazzine ma che in pista…
E arriviamo ai due protagonisti, ai soli rimasti in lizza per il Titolo (tutti gli altri da oggi sono matematicamente fuori…), Hamilton e Rosberg. L’inglese oggi è esploso, ha scaricato l’adrenalina saltando come raramente l’abbiamo visto fare, ma anche attimi di commozione, come quando ha guardato la bandiera sul podio o, al termine dell’inno, si è fatto il segno della croce (non ricordiamo di averglielo mai visto fare, pubblicamente, sul podio, dopo una vittoria). Nico ha cercato di far buon viso a cattivo gioco, sul podio e dopo, al momento delle foto di gruppo col team, ma il colpo l’ha accusato eccome.
Se lo ricorderà a lungo quel 24° giro che potrebbe costargli caro…
Brasile e Abu Dhabi, col bonus dei punti doppi: tutto aperto in casa Mercedes, dove tutti gongolano, Niki Lauda in primis, e tutti dicono di essere amici di tutti. Ma, secondo noi, a qualcuno brucia ancora che là davanti non ci sia il biondino… Affidabilità o scherzi permettendo, il finale della storia è già scritto e oggi si è visto a chiare note. Box smontati al volo, il Circus riparte subito per San Paolo, dopo un GP degli USA impressionante per i 100mila spettatori sulle tribune.
Il circuito non sarà il massimo, ma l’atmosfera è impagabile. Ci piacerebbe sapere cosa offre il Circuit of The Americas a chi compra il biglietto, quali attività collaterali, divertimenti, servizi… crediamo molto, perché altrimenti gli americani non si sposterebbero in massa per assistere al GP e con tale entusiasmo. Ecco, forse è proprio questo entusiasmo che manca alla F1. Anche se prima del GP Bernie Ecclestone ha ripetuto a tutte le TV che non c’è assolutamente crisi, se non per i dei due team assenti. Sarà, Mr E, ma stavolta abbiamo dei seri dubbi…
Barbara Premoli
Formula One United States Grand Prix 2014 Document – 52
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