A tre settimane dal debutto della Formula 1 in terra di Russia, il Circus fa rotta verso Ovest, direzione Stati Uniti, un Paese che, nel corso degli anni, ha fatto da sfondo a diversi momenti chiave della Ferrari in Formula 1 così come nelle altre competizioni. Quello statunitense è anche il principale mercato per le vetture stradali del Cavallino, mentre proprio quest’anno si festeggiano i 60 anni di presenza Ferrari in Nord America.
Con sole tre gare da disputare ancora in questa stagione, la missione della Scuderia Ferrari è chiara: continuare a combattere per il terzo posto nel campionato Costruttori nel quale è attualmente quarta, a 28 punti dalla Williams. Per il team c’è anche un altro obiettivo da raggiungere ed è egualmente importante, come spiega a www.ferrari.com il Direttore dell’Ingegneria, Pat Fry: “Dopo le due gare di fila in Giappone e a Sochi abbiamo avuto tre settimane per preparare altri due appuntamenti consecutivi, negli Stati Uniti e in Brasile. Abbiamo sfruttato la settimana di lavoro in più per prepararci al meglio all’evento di Austin e sviluppare alcuni elementi da testare, ancora una volta allo scopo di ottimizzare le prestazioni e il lavoro di sviluppo della vettura, soprattutto in prospettiva 2015”.
Le nuove regole introdotte in questa stagione, hanno fatto sì che per tutti i team ci sia stata una curva di apprendimento molto ripida. Gli ingegneri della Scuderia sono ora impegnati nel trarre quante più indicazioni possibili dalle lezioni imparate: “Di certo la nostra consapevolezza e la nostra comprensione sono aumentate moltissimo” – conferma Fry – “Dal confronto con i nostri avversari abbiamo anche tratto un’idea di dove dobbiamo migliorare. È necessario lavorare in tutte le aree che abbiamo identificato e alcuni ambiziosi obiettivi sono stati fissati per due ambiti chiave come power unit e aerodinamica. Vogliamo raggiungere tali obiettivi per tornare competitivi ed è su questo che tutta la squadra sta lavorando e si concentrerà per i prossimi cinque mesi”.
Il Circuito delle Americhe è uno dei più amati in Formula 1 fin dalla sua prima apparizione nel calendario, il 2012. Il tracciato propone alcune curve che ricordano molto da vicino quelle di alcune altre grandi piste, cui si aggiunge la spettacolare salita che porta alla prima curva cieca dopo i box. Si tratta di uno dei pochi circuiti del calendario che si percorre in senso antiorario e questo comporta un breve periodo di adattamento da parte dei piloti ma anche per le squadre pit stop, che devono abituarsi all’idea di dover gestire una vettura che arriva da destra. Per l’assetto della vettura ci sarà bisogno di trovare il tradizionale compromesso tra la parte veloce e quella lenta del tracciato. Fry, poi, analizza gli elementi del pacchetto vettura che saranno di massima importanza ad Austin: “Ci sono molte curve da percorrere ad alta velocità nel primo settore, un lungo rettilineo a metà giro e una serie di curve più lente nell’ultimo tratto” – afferma – “L’elemento che ha caratterizzato le ultime due gare qui sono state le gomme e anche quest’anno le prestazioni delle vetture ad Austin saranno molto condizionate da quanto ogni squadra riuscirà a far lavorare gli pneumatici”.
Il GP degli Stati Uniti seguirà la tradizionale tabella di marcia, con tutti i protagonisti concentrati sul raggiungere i propri obiettivi in vista della battaglia di domenica. Tuttavia, a quattro settimane dal Gran Premio del Giappone, tutti, in Formula 1 così come alla Ferrari, continuano a pensare alla battaglia che si sta ancora combattendo a Suzuka, dove Jules Bianchi continua a lottare per la vita. #Forza Jules!