Ci sono giornate che non dovrebbero mai iniziare. Questa domenica è una di quelle. Speravamo finisse presto, per spegnere computer e cervello. Ma, dopo lo choc del drammatico incidente di Jules Bianchi durante il GP del Giappone, poco fa un’altra terribile notizia: la scomparsa questo pomeriggio di Andrea de Cesaris, in un incidente in moto, a Roma, sul grande raccordo anulare.
Cinquantacinque anni, pieno di vita, adrenalinico, anche dopo aver lasciato le corse non aveva smesso di essere uno sportivo, come testimoniamo le sue passioni, la moto e il windsurf, quelle onde che gli ricordavano la sfida delle competizioni in pista, la sua carriera.
Una carriera iniziata coi kart, poi la F3 e il debutto in Formula 1 nel GP del Canada del 1980 con l’Alfa Romeo, poi vennero McLaren, Ligier, Minardi, Brabham, Rial, Scuderia Italia, Jordan, Tyrrell e infine Sauber, con cui concluse la carriera, nel 1994, dopo 214 GP disputati.
Nessuna vittoria per lui, ma cinque podii (tra cui quello per il 2° posto nel GP del Sudafrica del 1983 al volante dell’Alfa Romeo), 59 punti e anche dei record: quello dei GP disputati senza una vittoria, dei ritiri (148) e dei ritiri consecutivi (22), numeri su cui lui stesso rideva, con la sua grande autoironia.
Dopo la Formula 1, qualche partecipazione ai Grand Prix Masters. Il lavoro. E la passione mai archiviata per i motori.
Che giorno da incubo, iniziato con un pugno nello stomaco e concluso con un altro… Ciao, Andrea
Barbara Premoli