La strategia torna protagonista in Austria per l’ottavo round di stagione, vinto da Nico Rosberg davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, partito 9° e 4° già al termine del primo giro, dopo aver passato anche Alonso alla curva 8. Il duo Mercedes ha sfruttato al meglio la superiorità della velocità in rettilineo per passare i due piloti della Williams Felipe Massa e Valtteri Bottas, scattati dalla prima fila.
Williams che porta comunque a casa il miglior risultato della stagione, con il 3° e 4° posto del finlandese (al primo podio in F1) e del brasiliano, che hanno così completato un pomeriggio memorabile per la Casa della Stella, con quattro monoposto ai primi quattro posti.
Al via il poleman Massa ha mantenuto il comando, con Bottas superato dalla Mercedes di Rosberg, subito ripassato alla curva 2. Rosberg ha effettuato il primo pitstop nel giro 11, lasciando Hamilton ad attaccare le due Williams, L’inglese è rientrato due giri dopo, mentre la Williams ha aspettato un giro di troppo per far rientrare Massa, superato così da Rosberg ai box e da Hamilton alla curva 2 nel giro d’uscita. Bottas, invece, ultimo dei leader a effettuare la sosta, nel giro 15, ha fatto un gran giro al rientro in pista, riuscendo a restare davanti a Hamilton e a passare il compagno di squadra.
Ma, nel secondo stint di gara, davanti a tutti c’era la Force India di Sergio Perez, partito 16° e, grazie a una strategia di gara aggressiva (con la prima sosta nel giro 30 e la seconda per montare le supersoft nel giro 56), 6° alla bandiera a scacchi. Perez è rimasto in testa fino al giro 27, quando Rosberg l’ha passato all’interno alla curva 2, seguito subito da Bottas, che ha approfittato di un errore del messicano. Mossa fotocopia di Hamilton alla curva 2 nel giro successivo, subito all’inseguimento di Bottas e del leader.
I primi tre si sono ricompattati quando Rosberg è andato largo all’uscita della curva 1 nel giro 30, permettendo a Bottas di scendere sotto il secondo del DRS, seguito a francobollo da Hamilton, con Massa più a distanza. Poi la Mercedes ha richiamato i suoi piloti per la seconda sosta, prima Hamilton e poi Rosberg, nei giri 39 e 40. L’inglese è tornato in pista 5°, davanti alla McLaren di Magnussen, mentre il tedesco è riuscito a restare davanti al compagno di squadra.
La Williams non ha reagito con prontezza, richiamando Bottas nel giro 42, rientrato tra le due Mercedes. E quando Massa e la Ferrari di Alonso sono rientrate per l’ultimo pitstop, nei giri 44 e 47, la gara era ormai affare privato tra le due Mercedes.
Nei giri finali, un Hamilton concentratissimo (che ha anche invitato il team a lasciarlo un po’ in pace…) si è lanciato all’inseguimento di Nico, chiudendo a meno di 2 secondi, dopo un errore alla curva 3 proprio nel giro finale.
Il secondo stint lunghissimo (31 giri) di Alonso, gli ha permesso di chiudere 5°, alle spalle delle due Williams, ma a 18”5 dal leader, con Perez 6° dopo un sorpasso sulla McLaren di Magnussen (il pilota che gli ha soffiato il sedile…) alla curva 2 proprio sul finale.
“Penso che sia stata la mia miglior gara di tutto il campionato“, ha detto Alonso ai microfoni di Sky al termine della gara. “Abbiamo finito a 18 secondi dalla Mercedes, senza safety car, senza niente, abbiamo tirato tutta la gara, è andata più o meno tutto bene, sono abbastanza soddisfatto. Bene o male, la quinta posizione oggi era il massimo, i quattro davanti erano più veloci e meritavano di essere davanti. Penso che in Canada abbiamo fatto qualche passo in avanti, purtroppo non l’abbiamo visto in gara perché non eravamo competitivi per altri motivi su quel circuito. Qui abbiamo anche introdotto qualche miglioramento, la macchina ora è un po’ più competitiva, sappiamo che ci manca tanto da fare, ma l’importante, come dice Marco Mattiacci, è andare passo dopo passo e cercare di migliorare sempre“.
Per Magnussen il 7° posto di oggi eguaglia il miglior risultato dell’Australia, con la soddisfazione di aver chiuso davanti al vincitore di Montreal Daniel Ricciardo, che ha passato la Force India di Nico Hulkenberg proprio nel giro conclusivo, nonostante non potesse usare il pulsante “overtake”, portando a casa un 8° posto che salva il weekend davvero disgraziato della Red Bull nella gara e sul circuito di casa, con i ritiri di Vettel e delle due Toro Rosso di Kvyat e Vergne (d’altronde il Toro che domina il circuito è alto 17 metri…).
Un giallo quello del quattro volte Campione in carica, che nel secondo giro ha perso la trasmissione e sembrava costretto al ritiro, quando inspiegabilmente anche per lui il tutto ha ripreso a funzionare), Doppiato di un giro, Vettel ha arrancato rimediando anche la rottura dell’ala in un contatto, prima del richiamo ai box da parte del team nel giro 36 (probabilmente per risparmiare il motore, ma allora tanto valeva farlo fermare prima e risparmiargli un’inutile agonia…).
A chiudere la top 10, la Ferrari di Kimi Raikkonen (che quando era 11°, dopo un difficile doppiaggio sulla Marussia, al team che gli chiedeva di spingere rispondeva “Yes, but I need more power”) davanti alla McLaren di Jenson Button e alla Lotus doppiata di Pastor Maldonado, 12°. Laconico e stringato il finlandese nel dopo-gara: “Abbiamo avuto qualche problema coi freni e poi il DRS, era qualcosa che dava qualche problema in più nella guidabilità, ma è stata una gara difficile anche questa, a combattere sempre con la macchina e a faticare. E non ho molto altro da aggiungere“.
Un Mondiale che, dopo le qualifiche di ieri, sembrava poter lasciare la porta aperta ad altri, ma che rientra subito nei binari della “normalità”, con il dominio Mercedes (come motore e pacchetto), alla sesta doppietta stagionale, dopo quelle in Malesia, Bahrain, Cina, Spagna e Monaco, e alla 20° vittoria.
Per Rosberg, la conferma della leadership in classifica, grazie al sesto successo in carriera e agli 8 podii di fila, che lo portano a quota 165, con Hamilton a 136, Ricciardo a 83, Alonso a 79 e Vettel a 60 (al terzo ritiro del 2014, dopo Melbourne e Monaco). E nel Costruttori il quadro è ancor più implacabile, con la Casa della Stella a 301 punti, contro i 143 della RBR e i 98 della Ferrari.
Che altro aggiungere? Peccato per la Williams, che deve ancora affinare la strategia. Grande Hamilton (ma la rimonta era prevedibile e, senza errori per eccesso di irruenza, resta e si conferma uno dei piloti più competitivi sulla griglia). E delusione Ferrari, perché onestamente best of the rest non basta: Alonso avrà anche spinto al massimo, come sempre, ma da lì non ci si schioda. E il 10° posto strappato coi denti da Kimi fa male. Ci sarà tempo per recuperare qualcosa? Anche perché Force India e Williams sono a 11 e 13 punti e spingono…
Barbara Premoli
2014_08_AUT_F1_R0_Timing_RacePreliminaryClassification_V01
2014_08_AUT_F1_R0_Timing_DriversChampionship_V01
2014_08_AUT_F1_R0_Timing_ConstructorsChampionship_V01