Era il 2 giugno 1954 quando la Volvo Sport, una roadster due posti che fu anche la prima automobile sportiva prodotta dalla Casa svedese, fece il suo debutto. Ma il peso ridotto e l’affidabilità della tecnologia Volvo non bastarono a sostenere il successo di quest’automobile, la cui produzione venne interrotta dopo che ne furono costruiti soltanto 67 esemplari. O erano forse 68?
Il nome scelto per la nuova auto era breve e accattivante – Sport – e si accompagnava a un profilo della carrozzeria corto e arrotondato completato da una grande griglia che ricordava una turbina. Il passo era di 20 centimetri più corto rispetto alla Volvo PV 444, modello con cui la Sport condivideva la meccanica. Sotto al cofano rombava una versione da 1.4 litri del motore della PV 444 con speciale messa a punto, due carburatori e 70 CV di potenza. La velocità massima dichiarata era di 155 km/h.
La Volvo Sport era il prodotto dei numerosi viaggi ‘esplorativi’ negli Stati Uniti fatti dal fondatore e Amministratore Delegato della società – Assar Gabrielsson – all’inizio degli anni ’50. Nei suoi tentativi di apprendere il più possibile sul mercato prima di lanciare il marchio Volvo al di là dell’Atlantico, egli incontrò moltissime persone che operavano nel mondo dell’auto. Fra le aziende con cui venne a contatto c’era la Glasspar di Montecito, in California. Dal 1951, questa società costruiva scafi per imbarcazioni e carrozzerie per auto sportive utilizzando un nuovo materiale, la fibra di vetro.
Gabrielsson era molto interessato a questo processo di lavorazione e voleva capire come questo materiale potesse essere utilizzato in Svezia. Inoltre si rese conto che negli Stati Uniti c’era un forte interesse nelle piccole auto sportive europee – quindi Volvo avrebbe dovuto costruirne una!
Nel 1953, a Glasspar venne commissionato di disegnare una carrozzeria, produrre gli stampi, costruire il primo prototipo e addestrare il personale di Volvo alla progettazione e realizzazione delle carrozzerie in fibra di vetro. Una volta ritornati a Goteborg, gli ingegneri di Volvo furono incaricati di sviluppare un telaio adatto alla scocca in fibra di vetro.
Il progetto procedeva rapidamente. Per l’inizio del 1954, Glasspar aveva consegnato a Volvo il primo prototipo che si potesse guidare, sebbene fosse ben lungi dall’essere completamente sviluppato. Ad esempio, mancava la capote in tela e i finestrini laterali non si potevano abbassare. I prototipi vennero aspramente criticati durante i test effettuati internamente: il telaio era poco solido, la plastica si incrinava, le portiere non erano ben integrate nella carrozzeria e il cambio a tre rapporti era tutt’altro che sportivo.
Ora della presentazione che si tenne all’Aeroporto di Torslanda, erano già stati portati a termine altri due prototipi e Volvo era in grado di dimostrare quanto stesse prendendo seriamente il suo progetto di realizzazione di un’auto sportiva. Ai partecipanti all’evento fu detto che la commercializzazione dell’automobile sarebbe iniziata nel 1955 e che ne sarebbe stata prodotta una prima serie di 300 esemplari, tutti destinati all’esportazione. Subito dopo questa prima presentazione al pubblico, Volvo iniziò un tour per presentare le tre nuove auto a tutti i concessionari Volvo in Svezia.
Nella primavera del 1956 le prime automobili vennero consegnate ai clienti in Paesi come Sudafrica, Brasile, Marocco e Stati Uniti. Tuttavia le consegne vennero effettuate anche ai clienti svedesi, infatti la strategia originaria che prevedeva che la Volvo Sport sarebbe stata un prodotto solo per l’esportazione era stata rivista. A questo punto, diversi elementi della vettura risultavano ridisegnati e l’auto era finalmente dotata di tetto in tela e di finestrini che si abbassavano. Il cambio però aveva ancora solo tre rapporti.
La produzione e le vendite procedevano a rilento e nel corso del primo anno dal lancio vennero costruiti solo 44 esemplari dell’auto. Nel 1957 ne vennero realizzati altri 23, ma dopo che Gunnar Engellau – Amministratore Delegato di recente nomina – ebbe guidato una Volvo Sport per un fine settimana, diede ordine che la produzione cessasse immediatamente. L’auto non era all’altezza della qualità abitualmente offerta da Volvo e l’azienda perdeva denaro ad ogni Sport venduta.
Complessivamente, vennero prodotte 67 Volvo Sport, ma alcune ricerche condotte successivamente hanno svelato che a due unità – forse accidentalmente – venne attribuito lo stesso numero di telaio, il 20. Ciò significa che di Volvo Sport ne furono prodotte 68. Sorprendentemente, molte di quelle vetture sono ancora esistenti e di circa 50 si conosce l’ubicazione.
Nonostante l’insuccesso della P1900 – questo era infatti il nome assegnato internamente al modello – Volvo riuscì a trarre insegnamenti utilissimi dal progetto. Poco tempo dopo la cessazione della produzione della Volvo Sport, l’AD Gunnar Engellau commissionò una nuova auto sportiva – questa volta fatta di acciaio. Quattro anni dopo era pronta la Volvo P1800, che rappresentò per Volvo un successo decisamente maggiore.
Barbara Premoli