A Melbourne è successo tutto il contrario di quanto ci si poteva aspettare. In 15 giorni la Formula 1 è stata in grado di ribaltare qualsiasi pronostico. Abbiamo avuto un podio composto tra tre piloti appartenenti ad altrettanti team: Mercedes, RBR e McLaren. L’unica conferma è arrivata proprio dalla Mercedes – come team e motorista – che si è confermata al top.
La W05 di Hamilton e Rosberg è stata al vertice sia nel “giro secco” che nei long-run e, per fortuna degli altri, con qualche difetto di affidabilità. Diversamente sarebbe stata doppietta.
Grande rimonta per la RBR che si presenta come la vettura con maggior carico aerodinamico, anche se paga l’handicap legato alla power unit Renault. Le parole di Jenson Button durante i primi test in Bahrain hanno trovato riscontro. Una volta risolti i problemi motoristici, sarà difficile tenerli a bada. Il Campione del Mondo Sebastian Vettel è stato invece tradito da quella centralina che proprio l’anno scorso faceva tanto la differenza.
Una rinata McLaren-Mercedes in Kevin Magnussen, forse, ha trovato il nuovo Hamilton. Al debutto subito un podio, con un 4° posto per Button. Solo un pizzico di sfortuna ha privato la Williams di un ottimo risultato. Al pronti via, Felipe Massa è stato centrato dal rientrante Kamui Kobayashi, mentre Bottas è stato autore di un errore causato probabilmente da troppa irruenza nello scaricare a terra la potenza.
Un plauso alla Toro Rosso che porta due vetture in zona punti. È un ottimo risultato considerando che non è arrivato per demeriti altrui, ma conquistato sul campo. Bene anche la Force India con Hülkenberg, un po’ meno con Perez: è fuori dubbio che Nico sia un grande pilota.
A questo punto sarebbe utile analizzare i tempi sul giro per conoscere il vero gap tra i team. La Mercedes ha girato costantemente con Rosberg sull’1.32 e 1.33 basso, mentre tutti gli altri sull’1.34. Proprio sul finale Fernando Alonso (5° al traguardo) ha girato sull’1.32 basso andando vicino al giro più veloce in gara di Rosberg (1’32″478). Sicuramente un risultato incoraggiante, anche se non di facile interpretazione. Bisognerebbe conoscere i consumi e le strategie. In questa stagione la curva di apprendimento dei team sarà molto elevata e pertanto, dopo ogni GP, potremmo aspettarci degli step evolutivi molto importanti.
La stessa Lotus, che ha chiuso la prima gara stagione con due ritiri, ha potuto mettere insieme un buon numero di chilometri nel weekend, raccogliendo così dati importanti per risolvere e scoprire i problemi che affliggono la power unit transalpina e la E22.
La Mercedes fa la lepre, mentre la Ferrari, come macchina e motore, è la seconda forza. Una volta che la RBR potrà sfruttare appieno la potenza Renault sarà difficile da catturare. La prima uscita ci ha dimostrato quanto sia difficile far dialogare le 15 centraline, ma i progressi dei team motorizzati Renault sono la dimostrazione che sono operazioni che si possono fare anche indoor. Il gap quindi può essere ridotto.
Ma è durata poche ora la felicità di Daniel Ricciardo. Dopo aver conquistato il primo podio in carriera, il neo-promosso di casa RBR è stato infatti squalificato per aver infranto la regola sul limite dei consumi. Quest’anno, tra le numerose novità, sono stati inseriti due limiti relativi ai consumi massimi di carburante: 1) per ogni GP ogni pilota ha a disposizione un massimo di 100 kg di carburante e 2) il limite di 100 kg/h di consumo istantaneo quando i motori superano il regime di 10.500 giri/min, come riportato dall’articolo 5.1.4 del regolamento tecnico e all’art. 3.2 del Regolamento Sportivo. La RBR ha presentato immediato appello, ma per ora il 2° posto viene preso dal debuttante Kevin Magnussen, con la McLaren che fa doppietta, con il 3° posto di Jenson Button.