“Con Michele c’è sempre stato un bellissimo rapporto di reciproca stima. Mi fa piacere che abbiamo iniziato e terminato la sua carriera, in monoposto
da professionista, col Minardi Team. Una volta appeso il casco al chiodo, avevamo programmato di collaborare insieme per aiutare a crescere l’automobilismo italiano”, ricorda Gian Carlo Minardi.
Le strade di Minardi e Alboreto si incrociano nuovamente nel 1994, ultima stagione in Formula 1 del milanese, prima di passare alle competizioni GT e alla 24 Ore di Le Mans. “Purtroppo i risultati conquistati non rendono giustizia al vero valore di un pilota come Michele. Ha raccolto meno di quanto meritato. E’ arrivato in Ferrari in un momento difficile. Già nel 1981 avevo cercato di convincere l’Ing. Enzo Ferrari a puntare su Michele. Purtroppo non mi volle ascoltare, ma nel 1984 arrivò la “rivincita”: Alboreto era pilota Ferrari”, prosegue il manager faentino che ci regala anche un aneddoto: “Michele è stato anche oggetto dell’unica discussione col grande Enzo Ferrari, quando nel 1983 raccontai ad Autosprint di aver segnalato alla Ferrari il talento di Michele. A quel mio intervento il Drake rispose con una lettera che ancora oggi conservo”.
“Conclusa la 24 Ore di Le Mans 2001 avremmo dovuto iniziare il nostro progetto per far crescere l’automobilismo italiano.I n parte sono riuscito a dare vita a questo progetto, con la prima Formula ACI CSAI nata in ricordo di Michele Alboreto e la Scuola Federale intitolata a lui”, conclude il ricordo Minardi.