Continental e IBM espongono al Consumer Electronics Show di Las Vegas i prototipi del primo prodotto della loro cooperazione, iniziata nel 2013, che comprende le tecnologie “Connected Electronic Horizon” e “Smart Speech”. Continental e IBM stanno progettando un percorso comune per introdurre software e servizi di engineering per veicoli integrati e una piattaforma di back-end per consentire Sistemi di Trasporto Intelligente. Con servizi di cloud altamente scalabili, le Case automobilistiche potranno realizzare una vasta gamma di nuovi servizi per auto rendendo più prezioso il tempo trascorso durante gli spostamenti, quando gli automobilisti e i passeggeri sono connessi con il mondo esterno.
Il sistema Connected Electronic Horizon utilizzerà dati multi-fonte e tecnologia basata sul cloud che consentirà ai veicoli di “guardare dietro l’angolo”, prevedendo le condizioni della strada e permettendo agli automobilisti di regolare meglio la propria guida, rendendola più sicura, economica e comoda. Questa tecnologia avanzata connetterà l’auto con il suo ambiente e preparerà la strada per la guida automatica che Continental ritiene un elemento chiave per la mobilità del futuro, in grado di portare ad una significativa riduzione degli incidenti, consentendo agli automobilisti di utilizzare il tempo in auto in maniera più efficiente. Il percorso di Continental verso la guida automatica è delineato in tre fasi: guida automatica parziale dal 2016, guida automatica avanzata dal 2020 e totale guida automatica dal 2025.
Combinando la profonda conoscenza di Continental degli interfaccia di speech nei veicoli con il dialogo interattivo e soluzioni di contenuto di IBM si potrà creare una soluzione di voce più intelligente basata su cloud in confronto ai già esistenti sistemi di voce per i veicoli. L’obiettivo finale è di utilizzare le soluzioni di speech intelligente di IBM per dare vita ad una comunicazione artificiale tra l’autovettura e l’automobilista, con soluzioni personalizzate dove il dialogo tra uomo e macchina sia unico per ogni utente, a seconda del contesto, delle interazioni e della storia dell’utilizzo del mezzo, così come del suo stato.
Barbara Premoli