La F1 prepara il ritorno all’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico, a 23 anni di distanza dall’ultima edizione marchiata dall’incredibile incidente di Ayrton Senna
e dalla vittoria di Mansell su Williams, davanti al compagno di box Riccardo Patrese. Si torna a correre sul tracciato storico, modificato però nella parte più pericolosa e spettacolare, la Peraltada (curva 14), che immetteva sul lunghissimo rettilineo del traguardo e alla prima curva a destra, teatro di numerose battaglie e incidenti. Un “semi-cerchio” che un tempo faceva la differenza percorrendolo in accelerazione. Col nuovo layout, nel settore 3, si passerà in mezzo allo stadio di baseball attraverso le varianti 12-13-14, che immettono sul tracciato originale.
Sarà un bel banco di prova anche per le power-unit visto che i 4.304 mt (da percorrere per 71 volte) sono posizionati a 2.300 mt s.l.m., un’altitudine mai provata e che potrebbe creare problemi di competitività o affidabilità. Occhio anche al meteo: dopo la forte pioggia del Texas, per il weekend si attendono prove libere e qualifiche asciutte, con gara bagnata, e temperature intorno ai 22-23°C, in pratica esattamente l’opposto di sette giorni fa. Per il ritorno in Messico, la Pirelli conferma le mescole di Austin, Soft e Medium.
Sul fronte della pista, l’attenzione sarà rivolta sulla lotta tra Rosberg e Vettel per il secondo posto. I piloti Mercedes e Ferrari arrivano con umori decisamente contrastanti: Seb, avanti di 4 punti, è reduce dal podio dopo una bellissima rimonta, con Nico scottato dalla vittoria di Hamilton. In casa Toro Rosso, Max Verstappen e Carlos Sainz jr proseguiranno l’inseguimento alla Lotus, attualmente al 6° posto. Senza i vari problemi di affidabilità la STR avrebbe potuto lottare tranquillamente con la Force India. Perez farà gli onori di casa, grazie anche agli ultimi buoni risultati. In casa Haas per il 2016 al fianco di Grosjean, il venerdì dovrebbe essere annunciato Gutierrez.
Sul lato tecnico/politico proseguiranno le discussioni sul motore Red Bull. La Honda si sarebbe fatta avanti, trovando però il veto di Ron Dennis. Renault invece aspetta, oltre alle scuse pubbliche, che salti qualche testa in RBR. Situazione certamente non facile, visto che siamo arrivati alla fine di ottobre.