Dopo la perfetta performance del campione in carica Stéphane Peterhansel (FR), lunedì a bordo della sua MINI ALL4 Racing nera, la terza giornata dell’edizione 2014 del Rally Dakar – la gara di endurance più difficile del mondo – si è di nuovo rivelata positiva per il Team Monster Energy X-raid e, ovviamente, per il marchio MINI. Joan “Nani” Roma (ES) nella MINI ALL4 Racing gialla e Krzystof Holowczyc (PL) a bordo di quella rossa si sono aggiudicati il primo e il secondo posto nella terza tappa della Dakar, su un percorso di 301 chilometri cronometrati che ha portato i concorrenti da San Rafael (AR) a San Juan (AR) e verso le prime colline delle Ande argentine, un terreno particolarmente adatto per la MINI ALL4 Racing che ha potuto dar prova dei suoi principali punti di forza: potenza, affidabilità ed efficienza.
Nasser Al-Attiyah (QT), a bordo della sua MINI ALL4 Racing caratterizzata dal colore bianco, ha messo la ciliegina sulla torta per il Team X-raid e il marchio MINI. Concludendo la giornata in settima posizione, Al-Attiyah è salito al terzo posto nella classifica generale. Pertanto, il marchio MINI va incontro al quarto giorno di gara in possesso dei primi tre posti nella classifica generale, con Roma al primo posto, Orlando Terranova (AR) – che durante la giornata si è classificato quarto – al secondo e Al-Attiyah al terzo. “È stata una buona giornata per noi, ed essere in testa al Rally Dakar è sicuramente una bellissima sensazione”, ha affermato Roma. “Sappiamo che la lotta per il titolo Dakar 2014 è ancora lunga. Ma la giornata di oggi ci ha dato una motivazione in più”.
Il quarto giorno vedrà la prova speciale più lunga del Rally Dakar dopo lo storico percorso da Zouerat a Tichit (MR) nel 2005. I piloti dovranno attraversare fiumi, superare burroni e fare attenzione agli avversari. Il percorso del quarto giorno sarà caratterizzato da vasti spazi, rendendo i sorpassi relativamente facili. Allo stesso tempo, per le auto, la tappa speciale verso Chilecito (AR) è anche la più lunga dell’edizione 2014 della Dakar.
Barbara Premoli