Torna a brillare la Mercedes nel GP del Giappone, con Lewis Hamilton che ha fatto un altro passo verso il terzo Titolo vincendo davanti al compagno di squadra Nico Rosberg, passato al via, e alla Ferrari di Sebastian Vettel, al decimo podio stagionale. Dopo la parentesi di Singapore, a Suzuka abbiamo quindi rivisto lo stesso copione, con Hamilton che ha inflitto 18,9 secondi a Rosberg, nell’ottava doppietta 2015 (e 20,8 secondi a Vettel). Ma per l’inglese non una vittoria qualsiasi, visto che è la 41° (su 162 partenze) con cui eguaglia Ayrton Senna, e ora sono 48 i punti di vantaggio su Nico, con 125 ancora a disposizione nelle restanti cinque gare, e 59 su Vettel.
Soddisfatto a metà il team principal Ferrari Maurizio Arrivabene, come ha dichiarato a caldo ai microfoni di Sky a fine gara: “Un risultato molto soddisfacente no, è un altro podio su un circuito molto difficile. Le gare molto soddisfacenti sono quelle come a Singapore, qui siamo stati bravi a reagire dopo il venerdì e il sabato mattina. Credo sia un podio meritato. In realtà mi aspettavo qualcosa di meno viste le caratteristiche di questo tracciato, quindi diciamo che quando non vinci non va bene, ma in questo caso va bene così. Se ci ha colti impreparati il pitstop anticipato di Rosberg? No, si sarebbe potuto provare a fare una cosa molto aggressiva ma poi sarebbe stato un po’ pericoloso più avanti per le gomme, per cui va bene così“.
Tutto si è deciso alla partenza, quando Rosberg (che partiva dalla pole) e Hamilton hanno percorso affiancati le prime curve. Sfruttando la traiettoria interna alla curva 2, l’inglese ha passato deciso il tedesco, “accompagnandolo” di poco fuori pista, cosa di cui hanno approfittato Vettel e Bottas. A parte qualche vibrazione di cui si è lamentato prima del secondo pitstop, Hamilton ha navigato indisturbato fino alla bandiera a scacchi.
Nel giro 17 Rosberg ha passato Bottas e poi Vettel nel secondo pitstop. Alle spalle del tedesco, il compagno di squadra Kimi Raikkonen, grazie al perfetto lavoro di strategia del muretto Ferrari che gli ha permesso di superare il finlandese della Williams al pitstop, 5° dopo essere partito 3°.
Gara decisa al via, invece, per Felipe Massa, per la collisione con Daniel Ricciardo che stava cercando di passarlo: i due sono stati costretti a rientrare ai box per sostituire la posteriore sinistra (Red Bull) e l’anteriore destra e il musetto (Williams). Solo 17° posto finale per il brasiliano, staccato di due giri, seguito solo dalla due Manor di Alexander Rossi e Will Stevens (che si è girato alla 130R rischiando di essere centrato proprio dal compagno di squadra che sopraggiungeva) e dalla Sauber di Felipe Nasr (ritirato).
Fuori pista nel caos al via anche la Force India di Sergio Perez, che è riuscito a rientrare e a chiudere 12° dopo un pitstop. Staccato di un giro Ricciardo, 15°, situazione ben diversa dal 2° posto di Singapore di una settimana fa, con il compagno di squadra Daniil Kvyat (partito dalla pitlane e la cui macchina è stata completamente ricostruita dopo il terribile incidente di ieri in qualifica, con nuovo telaio, nuova power unit e nuovo cambio… un bel danno, anche economico!) solo 13°, dopo una gara in cui ha avuto, come prevedibile, problemi di ogni genere.
Ottimo 6° posto, invece, per Nico Hulkenberg, da 13° (dopo la penalità di 3 posizioni per l’incidente con Massa a Singapore) a 6°, che ha guadagnato posizioni al via e poi ha passato entrambe le Lotus nella prima serie di pitstop.
E, nonostante i problemi finanziari del team, buon bottino per Romain Grosjean (che passerà alla HaasF1 nel 2016) e Pastor Maldonado, 7° e 8°, con il duo della Toro Rosso Max Verstappen e Carlos Sainz Jr a chiudere la zona punti.
Ci ha fatto divertire anche oggi il giovane olandese che, dopo essere rimasto fermo in pista in qualifica e aver avuto 3 posizioni di penalità per manovra pericolosa, dalla 17° posizione ha rimontato fino alla 9°, vincendo anche la lotta domestica con Sainz (che ha anche centrato un paletto all’ingresso della pitlane, costringendo i meccanici a un cambio d’ala cui non erano preparati).
Entrambe al traguardo le McLaren, nella gara di casa della Honda, con Fernando Alonso 11° e Jenson Button 16°. Ma, anche se lo spagnolo ha smentito quanto detto da Briatore su un suo possibile divorzio dalla McLaren (con cui ha un contratto triennale), oggi non ha nascosto la sua delusione, definendo via radio la mancanza di velocità “imbarazzante, molto imbarazzante” e poi etichettare il V6 Honda “GP2 engine“, con un grido di frustrazione. “Ci sono ancora 5 gare e dobbiamo migliorare, essere competitivi e risolvere i problemi“, ha detto nel dopo-gara. “Guardiamo al prossimo anno e la mia intenzione è restare e vincere“.
Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, oggi entrambe le monoposto sono arrivate al traguardo, cosa non da poco in questa stagione da purgatorio, se non da inferno per il team di Woking. Forse merito dell’incredibile pubblico che ha riempito fino all’ultimo centimetro quadrato le tribune di Suzuka. Circuito splendido e terribile, che ha regalato un altro GP ricco di azione. Ma finalmente questo weekend pesantissimo è archiviato. Ciao Jules…
Barbara Premoli
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