Al termine dei 61 giri del GP di Singapore, i primi tre sono arrivati come erano partiti, con Sebastian Vettel che ha vinto dalla pole, davanti a Daniel Ricciardo e a Kimi Raikkonen. Per il tedesco della Ferrari, terzo successo della stagione (come Schumacher nell’anno del debutto con la Rossa) e quarto qui a Marina Bay, nella gara che ha visto il ritiro del leader del Mondiale Lewis Hamilton, per un problema al motore Mercedes.
Vittoria che il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene così ha commentato a caldo ai microfoni di Sky: “Non è la mia Ferrari, questa è la Ferrari, a partire dal Presidente, di tutti quelli che ci lavorano, soprattutto dei ragazzi che sono stati fantastici. E quindi sono contentissimo. Sebastian è un campione e lo ha dimostrato con un giro pazzesco ieri, sul giro unico io ho visto solo Reutemann e Senna fare quelle cose lì, e oggi con una gara fantastica. A me delle nuove ere non importa, l’importante è vincere e basta“.
Vettel ha preso il comando dal via, allungando subito, e l’ha mantenuto per tutta la gara, nonostante un periodo di virtual safety care e due safety car, la prima causata dall’incidente tra la Williams di Massa e la Force India di Nico Hulkenberg (che è stato ritenuto responsabile del fatto e perderà tre posizioni sulla griglia in Giappone ma, onestamente, non abbiamo capito perché sia stato punito lui e non il brasiliano, che l’ha visto e non ha fatto nulla per evitarlo…) e la seconda per l’ingresso in pista dopo l’Anderson Bridge di un matto (ci rifiutiamo di chiamarlo “tifoso”) che come è entrato se ne è uscito, senza che nessuno facesse niente con le macchine che gli passavano accanto. Episodio gravissimo, che denota mancanza di sicurezza e controllo in uno dei circuiti più controllati del Circus…
Hamilton era quarto quando ha segnalato una perdita di potenza: il team ha cercato per diversi giri di rimediare al problema e lui stesso era convinto ci riuscissero ma, dopo essere scivolato fino alla 16° posizione, c’è stato il teatrino del finto pitstop (perché è proibito far ritirare volontariamente una macchina per salvare le parti meccaniche…) con annesso ritiro, il primo per l’inglese dopo 20 gare e il secondo problema consecutivo di motore per la Mercedes dopo quello di Rosberg a Monza. Beffa: l’aver speso tutti e 7 i gettoni rimasti per questa evoluzione che non è stata data ai team clienti (che, dopo le lamentele degli ultimi giorni adesso saranno ben felici di avere ancora il vecchio). A salvare la domenica della Stella, Nico Rosberg, quarto a 14.2s da Vettel, che ha ridotto il divario da Hamilton a 41 punti, con Vettel che ora è terzo a soli 8 punti dal tedesco.
A far discutere anche oggi la virtual safety car, chiamata in causa come detto dopo la collisione tra Massa e Hulkenberg alla curva 3. Il brasiliano aveva appena fatto il pitstop e stava rientrando in pista quando si è trovato accanto il tedesco, finito contro le barriere. Quello che non si capisce è il perché della VSC quando era chiaro che l’incidente avrebbe richiesto anche l’intervento dei commissari per ripulire la pista dai detriti. Due giri prima di decidere che fosse necessaria la SC, rimasta in pista altri 4 giri…
Dopo aver riportato una foratura all’anteriore destra, Massa ha proseguito ma si è ritirato a metà gara per un problema al cambio, di cui ha sofferto anche il compagno di squadra Valtteri Bottas nelle fasi finali, riuscendo però ad arrivare alla bandiera a scacchi in 5° posizione, davanti alla Red Bull di Daniil Kvyat, uscito dalla potenziale lotta per il podio essendosi fermato per la sosta prima della VSC.
Settima la Force India di Sergio Perez, seguito da Max Verstappen, protagonista di una gara di rimonta dall’ultima posizione (dopo essere rimasto fermo in griglia), nel corso della quale è riuscito a sdoppiarsi grazie alla safety car. Dopo la seconda serie di pitstop, Verstappen era 9° e ha conquistato l’8° posto dopo il sorpasso su Romain Grosjean.
Nono Carlos Sainz Jr, che ha perso diverse posizioni quando la macchina è andata in folle, per poi riprendere e riuscire anche a superareil francese della Lotus. E in casa Toro Rosso ci sarà da discutere a porte chiuse, visto che il team nell’ultimo giro ha detto a Verstappen di cedere la posizione a Sainz (perché in un’altra fase della gara lo spagnolo gli avrebbe dato strada), cosa che l’olandese non ha fatto.
Ultimo punto alla Sauber di Felipe Nasr, seguito dal compagno di squadra Marcus Ericsson. Pastor Maldonado è uscito indenne da un contatto con Jenson Button chiudendo 12°, con Grosjean ritirato prima della fine ma classificato 13°. Delusione più che mai oggi per la McLaren, con doppio ritiro, dopo che Alonso e Button sembravano destinati a portare finalmente a casa dei punti, ma il motore Honda non perdona… Almeno l’inglese ci ha regalato dei siparietti indimenticabili nei team radio col team, in cui si è dilungato in spiegazioni dettagliate ma alla fine, un filo seccato, ha pure chiesto ai suoi se volessero altro.
Ultime le Manor di Alexander Rossi e Will Stevens. E qui si apre un capitolo dolente: 14° al traguardo (ma ci sono stati sei ritiri), il debuttante Rossi, secondo nella GP2 Series, e sulle cui capacità non si discute. Ma è giusto far debuttare un pilota in F1 così al volo e in un GP complesso e impegnativo come quello di Singapore? E forse un bel ripasso delle regole al team non farebbe male, visto che se non avvisano i piloti di sdoppiarsi loro giustamente hanno altro a cui pensare e se ne restano lì nel gruppo, con la safety car che continua a girare, per grande gioia della Mercedes AMG, meno per gli spettatori (e i motori delle monoposto…).
Giustificata soddisfazione in casa Ferrari (solo Raikkonen mantiene come sempre la sua freddezza e non si scompone nemmeno quando sul podio Eddie Jordan gli chiede quante volte abbia provato la partenza al simulatore, lui risponde due e l’altro ribatte “mi risulta di più”) per questo primo doppio podio della stagione e il terzo successo nella stagione del rilancio, del nuovo corso. Una pole e una vittoria che fanno morale, anche se il lavoro continua, in vista del finale di stagione e del 2016. Certo che da Spa a oggi sta davvero accadendo di tutto: chi avrebbe pensato a problemi di affidabilità della Mercedes? Ma, soprattutto, chi avrebbe mai immaginato una resurrezione Red Bull proprio dopo l’annuncio del divorzio dalla Renault? E chissà se almeno oggi, con quattro monoposto a punti, Chris Horner avrà l’onestà di ammettere che è anche merito dei motori…
Tempo di festeggiare, ora, ma poco, perché il Circus deve imballare tutto e traslocare di corsa a Suzuka, dove il prossimo weekend si corre il GP del Giappone. E avremo subito delle conferme o delle smentite di quanto visto oggi sotto i riflettori di Singapore, che offre sempre uno spettacolo unico (invasori di pista a parte…). Arriverà un’altra vittoria della Ferrari? La cosa potrebbe creare dei problemi e dipende tutto da Maurizio Arrivabene: a inizio stagione aveva detto che se fossero arrivate quattro vittorie sarebbe salito a piedi nudi sui colli vicino a Maranello. Avrà voglia di farsi questa passeggiata? I tifosi ci sa tanto di sì…
Barbara Premoli
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