Come ci si aspettava, dopo le tre sessioni di libere Lewis Hamilton ha conquistato anche la pole nel GP di Ungheria, la quinta su questo circuito, la 9° in 10 gare e la 47° in carriera. Accanto a lui, nell’ottava prima fila Mercedes del 2015, il compagno di squadra Nico Rosberg e terzo tempo per la Ferrari di Sebastian Vettel.
Un Hamilton innamorato dell’Hungaroring, dove Rosberg ha potuto ben poco, anche per via dei problemi di sottosterzo lamentati fin dal Q1. Dopo il primo run in Q3 i due erano divisi da 0.358s e il tedesco ha chiuso a oltre mezzo secondo da Lewis, che con l’1.22.020 della pole ha anche stabilito il miglior tempo del weekend.
Lotta serrata alle spalle della Mercedes, come ci si aspettava sul corto tracciato ungherese, con Ferrari, Red Bull e Williams in meno di mezzo secondo nel Q2. E, se per la Scuderia è importantissimo il terzo tempo di Vettel, va anche detto che la RB11 di Daniel Ricciardo è a soli 0.035s. Quinto Kimi Raikkonen, con Valtteri Bottas sesto e più veloce delle Williams. Quarta fila domani per la seconda Red Bull di Daniil Kvyat e la Williams di Felipe Massa davanti alla Toro Rosso di Max Verstappen, che ha fatto un solo run in Q3, e alla Lotus di Romain Grosjean che chiude la top 10.
Non hanno passato il taglio del Q2 le Force India con la Toro Rosso di Carlos Sainz e la Lotus di Pastor Maldonado, con Hulkenberg e Sainz a meno di un decimo da Grosjean, e Perez a quasi 6 decimo, in 13° posizione. Un bloccaggio ha messo fuori gioco Maldonado nell’ultimo giro in Q2.
Speranze svanite per la McLaren che puntava a entrare nella top 10, ma non ha potuto far meglio del 15° e 16° tempo per problemi tecnici. Fuori subito nel Q1 Jenson Button, per un problema all’ERS, mentre Alonso è passato in Q2 ma è rimasto fermo all’ingresso della pitlane nel primo run, causando l’interruzione della sessione. Lo spagnolo ci ha però fatti rituffare nella storia della F1, spingendo la sua monoposto come fece Nigel Mansell, mettendoci forza, ma soprattutto cuore. Un gesto che ha entusiasmato il pubblico in tribuna (e anche i telespettatori…). A chiudere la griglia le Sauber di Felipe Nasr e Marcus Ericsson e le Manor di Roberto Merhi e Will Stevens.
Nella caldissima Budapest (il temporale previsto ieri non si è materializzato e l’asfalto a inizio sessione misurava 53°C) c’è quindi un solo dominatore che niente e nessuno avrebbe potuto fermare oggi. La fame di Lewis è testimoniata da quella frase detta via radio “Quanto gli ho dato?”, prova della motivazione che lo muove, specie nei confronti dell’unico vero rivale, finora, ovvero il compagno di squadra. La Ferrari è lì, ma i tempi non mettono certo tranquillità, specie considerando che dietro spingono.
La Red Bull è di colpo rinata (e Ricciardo giustamente ci crede e domani punta al podio, anche se col suo ottimismo non esclude niente) e Williams e Toro Rosso non sono in griglia tanto per far numero. Quindi bisognerà guardarsi le spalle e difendere la posizione, in pista e in classifica.
Barbara Premoli
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