“In Italia troppe auto godono dei vantaggi esclusivi dei veicoli storici senza meritarli: mezzi vecchi che di storico hanno solo i documenti”. Così il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha chiuso la sessione della Conferenza del Traffico e della Circolazione dedicata al tema all’automobilismo storico. I lavori hanno affrontato il tema della salvaguardia delle auto d’epoca anche alla luce della Legge di Stabilità, che ha azzerato le facilitazioni per i veicoli ultraventennali. Per ACI e per gli altri relatori è opportuno tornare subito ai principi dell’art. 63 della Legge Finanziaria del 2000 che considerava storiche solo determinate categorie di auto all’interno di una lista chiusa.
Da anni ACI denuncia le criticità del settore, imputabili soprattutto agli attuali sistemi di certificazione dei veicoli che impongono ai proprietari il pagamento di un obolo ad un organismo privato per accedere alle tutele di legge. La normativa prevede da anni la stesura di una lista chiusa che individui con criteri oggettivi i veicoli storici, ma per le quattro ruote questo riferimento è sempre mancato. Così il settore ha perso identità: Governo e compagnie assicurative sono tuttora disorientati dalla confusione e i collezionisti ne fanno le spese. Secondo ACI questo stallo può essere superato con un confronto costruttivo tra tutti gli attori dell’automobilismo storico.
“Il rapporto con le istituzioni va ripensato e ricostruito – ha continuato Sticchi Damiani – e per questo abbiamo creato ACI STORICO, un nuovo interlocutore per gli appassionati, per i proprietari, per le compagnie assicurative e per le istituzioni nazionali e locali. ACI Storico ha già prodotto la propria lista chiusa di 360 modelli, colmando il gap rispetto alla normativa a beneficio di tutto il settore. Tra 90 giorni il Club ACI STORICO avrà inoltre una nuova sede nella Galleria Caracciolo in via Marsala 8 a Roma, con uno spazio espositivo a contatto con il pubblico. Stiamo lavorando alla valorizzazione della biblioteca online su www.clubacistorico.it e alla formazione di esperti che scoveranno le auto “fasulle” e i catorci da rottamare”.
“La certificazione dei veicoli è una fase fondamentale – ha affermato Rodolfo Gaffino Rossi, direttore del Museo dell’Automobile di Torino – perché ne assicura originalità e storia. La lista chiusa dell’ACI garantisce il valore futuro del nostro patrimonio automobilistico, senza contaminazioni di numeri e volumi”.
“Da anni si cercano soluzioni efficaci nei criteri di riconoscimento di un’auto d’epoca – ha spiegato Vittorio Klun, presidente dell’Associazione Amatori Veicoli Storici – e senza riferimenti precisi anche il legislatore ha compiuto errori. Serve un atto di indirizzo del Governo affinché un’auto sia certificata come storica solo se conservata e restaurata secondo i più stretti canoni originari”.
ACI