Se qualcuno aveva tirato il fiato, credendo a una Mercedes in difficoltà, almeno da quanto visto nelle libere, ha dovuto nuovamente ricredersi. La zampata è arrivata nel momento che davvero conta, ovvero il Q3, con Lewis Hamilton che ha conquistato la 37° pole in carriere, la sesta della stagione, battendo per 7 millesimi proprio il compagno di squadra Nico Rosberg, che non ha nascosto la delusione, sapendo dal suo ingegnere che la prima piazza gli era stata soffiata proprio dal vicino di box.
Hamilton aveva fatto solo il 6° tempo nel primo run in Q3 ma, nonostante un bloccaggio alla curva 1 nel giro finale, un settore centrale perfetto gli ha permesso di battere Rosberg, in pole provvisoria. Seconda fila per le Infiniti Red Bull Racing di Daniel Ricciardo (primo a piazzarsi in cima alla classifica nell’ultima eliminatoria) e, a mezzo decimo, Sebastian Vettel.
Quinto e sicuramente grande deluso, Fernando Alonso, a un solo decimo dalla Red Bull, sempre davanti sia nelle libere sia in Q1 e Q2. Peggio è andata a Kimi Raikkonen, lanciatissimo ma fermato da un problema sembra legato all’elettronica nel secondo run, per cui si deve accontentare del 7° posto.
In mezzo alle due F14T, la Williams di Felipe Massa, autore di un giro impressionante che l’ha portato davanti a tutti nel primo rum del Q3, ma che non ha potuto rispondere ai rivali nel tentativo decisivo. Stesso destino per il compagno di squadra Valtteri Bottas, 8°. A chiudere la top 10, l’unica McLaren passata al taglio del Q2, quella di Kevin Magnussen, a soli 0.569s dal tempo della pole di Hamilton, e la Toro Rosso del russo Daniil Kvyat, che disponeva di un solo set di supersoft per l’ultima sessione.
Fuori in Q2 Jenson Button (a detta del pilota per un problema all’ala) e Jean-Eric Vergne, sopravanzati dalle Williams di Massa e Bottas, grazie alle gomme nuove montate proprio per fare il tempo. Secondo run traditore anche per le Force India di Nico Hulkenberg e Sergio Perez, 13° e 15°, divisi dalla Sauber di Esteban Gutierrez. Ultimo nel Q2, Romain Grosjean, ormai disperato per la mancanza di prestazioni della Lotus, di cui si è lamentato senza alcuno scrupolo via radio, ma d’altronde la cosa è più che comprensibile, per un pilota illuso dal 2013 e che ormai non vede l’ora di lasciare il team per andare a cercare fortuna in altri lidi…
Pronlemi anche per Pastor Maldonado: la batteria non si ricaricava del tutto, per cui ha avuto un calo di potenza nell’ultimo run, chiudendo 18°, alle spalle della Marussia di Jules Bianchi.
E domani? Storia ormai chiusa, come sempre? Staremo a vedere… Intanto non vanno sottovalutati i due della Red Bull, Ricciardo in primis, con una monoposto sulla carta particolarmente adatta al Marina Bay Circuit. Ma nessuno, a quanto pare, è più adatto della W05, su qualunque circuito. Lo prova la classifica, lo prova la voglia di vincere di Hamilton e Rosberg, tutt’altro che riappacificati, dietro ai sorrisi e alle strette di mano di circostanza.
Ferrari? Certo, Alonso è lì, primo degli altri e con una buona partenza, una buona strategia e una gestione di gara come sa fare lui potrebbe puntare al podio. Intanto per domani almeno il meteo non dovrebbe fare scherzi e la pioggia prevista per le qualifiche è arrivata poco dopo lo scadere della sessione.
Barbara Premoli
Formula One Singapore Grand Prix 2014 qualifiche