Con la parte europea della stagione ormai consegnata alla storia, per il Circus della Formula 1 è tempo di lasciare il Vecchio Continente e affrontare gli ultimi sei Gran Premi della stagione, attraversando il globo in lungo e in largo, dall’Estremo Oriente all’Occidente e ritorno in Medio Oriente per il gran finale.
Il primo di questi appuntamenti è in programma sul luminoso e affascinante circuito di Marina Bay, a Singapore, l’opposto rispetto alle ultime piste, che privilegiavano potenza e velocità di punta. Come spiega Pat Fry, Direttore dell’Ingegneria della Scuderia Ferrari: “Dopo le due gare di Spa e Monza, corse su piste da basso carico aerodinamico, andiamo a Singapore che ci propone un circuito con caratteristiche opposte” – afferma l’inglese – “Si tratta di un tracciato cittadino che richiede un carico aerodinamico molto alto, con caratteristiche simili a quelle di Monaco, e sul quale disporremo di gomme Soft e Supersoft. Qui le curve da alta velocità sono rare e solo due sottopongono vettura e pilota ad una forte accelerazione laterale e longitudinale. Per questo, qui la sfida consiste soprattutto nell’avere una buona accelerazione sul dritto e un’ottima trazione”.
Le due caratteristiche distintive del weekend di Singapore consistono nel fatto che l’attività in pista si volge in notturna e che, essendo ai tropici, qui fa sempre molto caldo. Il primo aspetto è qualcosa al quale, come si è visto nel corso degli anni, non è particolarmente difficile adattarsi, mentre il caldo è complicato da gestire per i piloti così come per gli uomini del team e le vetture: “Nonostante si tratti di una gara in notturna, le temperature sono sempre molto alte, dal momento che si aggirano intorno ai trenta gradi, e questo mette a dura prova i sistemi di raffreddamento del motore e dell’ERS” – afferma Fry – “Inoltre la natura del circuito, con tante accelerazioni e frenate, mette a dura prova anche il sistema frenante, con quelli anteriori che sono sottoposti allo sforzo maggiore”.
Le caratteristiche della pista lunga 5.065 metri dovrebbero adattarsi meglio alla F14 T rispetto si circuiti veloci degli ultimi mesi. E, anche se nulla può essere dato per scontato in quello che rimane uno degli appuntamenti più impegnativi del calendario, per gli uomini della Scuderia la determinazione a fare bene è massima: “Monza è stato un weekend difficile per noi” – ammette Fry – “Quindi ora dobbiamo restare uniti e continuare a spingere, concentrandoci sull’estrarre la massima prestazione dal pacchetto che abbiamo a disposizione”. Come è ovvio il team è determinato a concludere la stagione il più in alto possibile nella classifica Costruttori, ma ci sono anche altre ragioni che giustificano la volontà di continuare a spingere al massimo fino alla fine dell’anno: “A questo punto del Campionato l’attenzione a Maranello si sta progressivamente spostando sulla vettura della prossima stagione” – rivela Fry – “Tuttavia, ci sono ancora molte cose che possiamo imparare dalla pista e per questo continuiamo a portare in pista componenti specifiche in vista della prossima stagione ma anche alcuni sviluppi per la F14 T che però possono aumentare anche la nostra consapevolezza in chiave 2015”.