Oscar Piastri ha conquistato il successo nel GP dell’Azerbaijan, ottenendo così la seconda vittoria nella sua ancor brevissima carriera in F1. L’australiano della McLaren ha preceduto sotto la bandiera a scacchi Charles Leclerc (Ferrari), con cui ha lottato per la vittoria praticamente per tutta la gara. Sul terzo gradino del podio è salito George Russell (Mercedes), che ha ereditato il piazzamento dopo la collisione che ha visto protagonisti Carlos Sainz (Ferrari) e Sergio Perez (Red Bull) al penultimo giro, provocando l’unica neutralizzazione (VSC) della corsa. Grazie ai 25 punti conquistati da Piastri e ai 13 portati a casa da Lando Norris, la McLaren passa in testa al campionato Costruttori: era dalla prima gara della stagione 2014 – GP d’Australia – che la squadra di Woking non deteneva il primato riservato alle squadre.
Alla partenza, la Medium è stata la mescola preferita dalla maggioranza (14) dei piloti. A scegliere la Hard sono stati Lando Norris, Alexander Albon (Williams), Daniel Ricciardo (Racing Bulls), Zhou Guanyu (Sauber) e i due piloti della Alpine (Ocon e Gasly). Come nelle previsioni, è stata una corsa in cui il pit-stop singolo si è dimostrato il più efficace in termini di gestione delle gomme: soltanto due piloti – Stroll e Verstappen – ne hanno fatte due ma soltanto per ragioni non legate alla strategia (il canadese perché ha subito una foratura dopo un contatto con Tsunoda nel primo giro, l’olandese perché ha provato a ottenere il giro più veloce della gara nel finale avendo la possibilità di fare una sosta senza perdere la posizione). Lo stint più lungo in assoluto è stato il primo di Pierre Gasly (Alpine), che ha completato 50 giri con la Hard, fermandosi soltanto al penultimo giro per montare un set di Soft. Sulle Medium, il primatista è stato Alexander Albon, che con la C4 ha percorso una seconda parte di gara lunga 20 giri.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “A quindici giorni dal GP d’Italia abbiamo assistito a un’altra gara davvero entusiasmante, incerta dal primo all’ultimo giro. A Monza avevamo visto due strategie diverse confrontarsi mentre oggi quasi tutti hanno scelto di puntare sulla stessa strategia ma ciò non è andato in alcun modo a detrimento dell’azione in pista, come si è visto non soltanto nel lungo triello in testa ma anche nei vari duelli che si sono verificati lungo tutto l’arco della corsa.
Per questo fine settimana – e anche per il prossimo, peraltro – abbiamo scelto la stessa selezione di mescole da asciutto, che hanno reso secondo le aspettative, adattandosi al meglio alle condizioni e alle caratteristiche della pista. Alla vigilia, la Soft era chiaramente una gomma da qualifica e la Hard la più veloce per la gara, con la Medium come ottimo compromesso per la prima parte della corsa: fra ieri e oggi, le previsioni sono state confermate.
Anche oggi la pista ha continuato a gommarsi. Ciò ha consentito di vedere i tempi abbassarsi continuamente e di notare un degrado piuttosto limitato. Il graining che si è presentato sulle gomme di diversi piloti, soprattutto nel primo stint, non ha però penalizzato in maniera significativa le prestazioni. Chiaramente, essere nel traffico ha complicato la vita nella gestione dei pneumatici ma questo è un aspetto sostanzialmente inevitabile con l’attuale configurazione aerodinamica delle monoposto”.